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 2016  agosto 21 Domenica calendario

Tube H24. Da questa notte la metro di Londra non si ferma più

C’è una differenza formidabile fra la tribù della City e il popolo della notte, quando affollano le scale della metropolitana di Liverpool Street. E non è soltanto l’aspetto, i completi grigi d’ordinanza e i tailleur da una parte, i tatuaggi esibiti e il trucco pesante dall’altra. È la camminata. Al mattino, il passo deciso di chi è appena in orario per il consiglio d’amministrazione e lo sguardo distante, fisso sull’orizzonte di obiettivi aziendali mai raggiunti finora. La notte, l’andatura malferma di chi è in anticipo sul numero delle pinte bevute e gli occhi persi a cercare il senso dell’esistenza nello strappo dei jeans sul ginocchio. Ma è sempre la stessa Londra, che abbia il viso dell’annoiato dottor Jekyll, in cerca di successo economico, o dello smodato ma innocuo mister Hyde, all’inseguimento di un momento di relax. Entrambi orgogliosi della metropolitana, tanto più adesso, con l’inaugurazione del turno 24 ore su 24, nei weekend (e per ora solo su poche linee).
Alle due e mezzo del mattino di venerdì, il traffico a Bishopsgate, nel cuore della City, è da ora di punta. Crescono solo il volume delle conversazioni e la quantità delle risate. Ma nella notte di venerdì 19 tanti taxi sono rimasti senza passeggero. Era il debutto di
Night Tube,
la metropolitana aperta tutta la notte, iniziativa voluta da Boris Johnson e realizzata dal nuovo sindaco Sadiq Khan, una nuova ragione di festa per i nottambuli. La nuova disponibilità di trasporto pubblico con orario continuato dovrebbe dare una robusta spinta all’economia della capitale: un rapporto dello studio Volterra Partners parla di quasi duemila posti di lavoro in più, con un giro d’affari complessivo pari a 360 milioni di sterline in trent’anni. Secondo una ricerca dell’associazione
London First, sono 723mila le persone che lavorano di notte a Londra, e almeno 200mila godranno del nuovo servizio.
Ma sulle carrozze della Central Line nessuno pensa a fatturati e percentuali. Una ragazza in minigonna si diverte a lanciare patatine da un cartone del fast food direttamente in bocca all’amica, seduta davanti. Un’altra si è addormentata sulla spalla del fidanzato. Una ci chiede di provare a immaginare quale sia il nome del giovanotto coi capelli rossi, in piedi in fondo alla carrozza. Ci sembra una faccia perfetta per il nome Jamie, ma la ragazza non è convinta. Secondo lei, con quei lineamenti può essere Scott, tutt’al più Sean.
Nel treno diretto a Est quattro ragazze nere truccatissime si siedono, in mano bottiglie di vino rosé con il tappo a vite. Cantano, ridono, parlano a voce alta. Più in là, un gruppo inneggia alla metropolitana: «Tube, tube, tube!». Vagone dopo vagone, l’atmosfera è euforica. Nella stazione di Leytonstone, un ventenne si sporge sul binario, mentre un compare lo tiene per la vita, sghignazzando. L’unico anziano del convoglio, un settantenne indiano con giacca, cravatta e bastone, si sente male: in soccorso arriva un agente giovanissimo. «Un malore può sempre capitare», spiega la poliziotta dotata di walkie- talkie, manganello, manette, pistola e ampio sorriso: «Nel complesso, mi pare che sia andato tutto liscio. E i viaggiatori sono di ottimo umore, la maggior parte è qui per divertirsi».
Alle tre di notte le stazioni più lontane dal centro sono quasi vuote. Qualche adolescente barcollante si aggrappa ai sostegni, un ventenne mima la danza del palo come una spogliarellista, per far ridere gli amici, per fortuna senza togliersi i vestiti. Sheldon, manager di 53 anni, torna a casa con ancora indosso la targhetta dell’hotel Draycott di Knightsbridge: «Questo servizio notturno è un dono di Dio. Ieri ho perso il treno di mezzanotte e 29 per 30 secondi, ho dovuto aspettare il bus più di un’ora, sono arrivato a casa alle 2 e mezza. Per chi lavora è un servizio prezioso».
Mezz’ora dopo le quattro, anche gli ultimi irriducibili di Liverpool Street station si dirigono tra le lenzuola. David Townson, customer manager dell’azienda trasporti, è ancora al lavoro vicino ai tornelli d’ingresso ed è soddisfatto: «A parte Capodanno o le Olimpiadi, questa è la prima notte completa che facciamo, da 153 anni. Ed è andata molto bene. Ma dobbiamo sempre stare attenti, di notte dobbiamo dare assistenza anche a chi ha bevuto troppo, che diventa vulnerabile. E non possiamo permetterci errori. Avrà sentito della persona caduta sui binari nei giorni scorsi: i treni vanno con meccanismi automatici, non c’è un guidatore. È dovuto intervenire il controllore interrompendo la corrente. Ma siamo contenti e orgogliosi di questo servizio». Si gira a guardare una ragazzina che si fa fotografare dall’amica mentre un poliziotto scherzoso finge di ammanettarla. E sorride.