Corriere della Sera, 21 agosto 2016
Il Brasile batte la Germania e vince il suo primo oro nel calcio
C’è una squadra, e un Paese, per cui l’oro è una questione d’onore e di patria; l’altra che disputa appena una finale olimpica, torneo calcistico di formazione. Finisce ai rigori e vince il Brasile. Oro meritato per la passione e le unghie tirate fuori al momento giusto, all’ultimo di cinque rigori, gambe molli dopo 120 minuti di ritmo frenetico. Ma è l’unica freddezza che serve, quella del suo uomo più simbolico: è di Neymar il penalty decisivo. 6 a 5, dopo l’1-1 dei tempi regolari.Anche il Maracanà prende sul serio la finale. È strapieno, fiumi di magliette gialle scendono dalle stazioni del metrò. La torcida ha iniziato a credere a questa squadra a poco a poco. Se è vero che il 7- 1 del 2014 aveva spezzato un incantesimo che durava da mezzo secolo – un popolo di 200 milioni di abitanti attorno a una sola maglia, sempre e comunque – e allontanato tanta gente dal tifo incondizionato, i ragazzini di Rogerio Micale fanno il miracolo di ricreare il clima giusto.
Il c.t. crede nel Brasile spettacolo dei tempi che furono, il futebol arte del 4-2-4. Se in forma, come nelle ultime tre partite, la squadra lo accontenta, ma con un avversario come la Germania la cosa si può fare pericolosa.
Non sono in partita stavolta i due Gabriel, entrambi finiranno sostituiti, a guardarla negli spogliatoi. Neymar è sempre punto di riferimento, ma spesso chiuso nella morsa di tre o quattro avversari.
Il primo tempo è bello e vivace, i fantasisti brasiliani insistono a portare palla, trovano molti falli (Neymar ne subisce cinque), i tedeschi rispondono con le solite geometrie. Il conto delle azioni da gol è a favore della Germania, che finisce però il tempo in svantaggio. A fronte della spettacolare punizione dell’1-0 di Neymar (palla a girare da sinistra che cade imprendibile sotto la traversa), i tedeschi non stanno a guardare e di legni ne prendono ben tre. Al 10’ con un tiro all’incrocio di Brandt, poi a seguito di un rimbalzo su corner, a difesa ferma, al 30’; e infine al 34’, Bender deviando una punizione al limite dell’area di Brandt. Circola in rete l’immagine di Neymar che esulta alla Bolt dopo la punizione, e il giamaicano in tribuna che apprezza e esulta con il Maracanà intero.
Il Brasile torna in campo meno concentrato, sbaglia troppo e subisce la voglia di pareggio dei tedeschi. È un errore di posizione della difesa che porta all’1-1. Il cross del difensore Toljan al 58’ trova Meyer solo al limite dell’area e sul tiro secco rasoterra non c’è molto che il portiere brasiliano possa fare. È il momento più delicato per la Seleçao, esce Gabigol, in giornata no, entra Felipe Anderson. C’è un fallo da rigore non visto su Luan al 70’. La reazione dei verdeoro arriva nell’ultimo quarto d’ora, ma non c’è precisione.
Supplementari. Il Brasile parte bene, un paio di occasioni si perdono per eccesso di dribbling in area; poi domina il resto del tempo, i tedeschi sono più stanchi e puntano solo ad arrivare ai rigori. Sbagliando.