La Stampa, 21 agosto 2016
Le marachelle di Malia Obama rampognata da papà
Finora era stata la figlia perfetta: sette anni e mezzo alla Casa Bianca senza un guaio, diploma alla prestigiosa scuola Sidewell Friends di Washington, ammissione all’università di Harvard, e saggia decisione di prendersi un anno sabbatico, per distanziare l’inizio della sua vita accademica indipendente da quella nella bolla della residenza presidenziale. Eppure, proprio a un passo dal traguardo, qualcosa sta minacciando la transizione di Malia Obama verso l’agognata normalità.
Qualche giorno fa è uscito un video che mostrava la figlia di Barack al festival musicale di Chicago Lollapalooza, mentre fumava quella che secondo le stime più logiche sembrava una «canna». L’altra sera, poi, la sua scorta del Secret Service l’avrebbe portava via da una festa in una villa di West Tisbury, sull’esclusiva isola di Martha’s Vineyard dove è in vacanza con la famiglia, poco prima che la polizia locale intervenisse per fermare il party. Motivo: la piacevole serata si era trasformata in urla e schiamazzi, e i vicini avevano chiamato gli agenti per riportare la quiete. Le autorità locali non hanno confermato che Malia fosse tra gli invitati, spiegando però che non potevano fornire dettagli più precisi per «ragioni di sicurezza nazionale».
La stessa Casa Bianca ha rivelato che l’altro giorno Obama e la figlia hanno fatto una lunga passeggiata vicino alla villa dove sono ospiti, e nessuno ha dubbi sulla ragione di questo momento privato. Barack era infuriato per il video di Malia con la «canna», e voleva chiarire con lei cosa era successo, e quali sono le sue responsabilità. Niente di grave, ancora, ma certamente il segnale che la ragazza ormai diciottenne sta cercando di emanciparsi, a modo suo.
Nelle sue memorie Obama ha confessato che da ragazzo aveva fumato marijuana, e quindi la lezione impartita alla figlia avrà dovuto seguire un complicato equilibrio fra gli imbarazzi del passato e gli obblighi del presente. Di sicuro c’è che Malia è stata la bambina e l’adolescente perfetta, finora, e forse comincia a soffrire un po’ la gabbia in cui è cresciuta. Stessa scuola di Chelsea Clinton, un po’ meno di attenzione dei media vista l’assenza di problemi familiari tipo lo scandalo Lewinsky, ambizione di lavorare nel cinema, ragazzi che hanno paura di invitarla fuori perché è la «first daughter». Così, mentre la sorella Sasha ha passato l’estate alla cassa del fast food Nancy’s, Malia ha provato a scartare. Normale, alla sua età. Anche giusto, forse, proprio per imparare a diventare normale.