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 2016  agosto 19 Venerdì calendario

Brexit, meno disoccupati e più consumi. Non è andata poi così male

E se alla fine la Brexit non fosse poi così catastrofica per l’economia britannica?
All’improvviso lo scenario dei controversi sogni di Boris Johnson e Nigel Farage sembra avere qualche possibilità di realizzarsi, almeno stando ai dati economici di questi giorni.
Un primo sospetto poteva essere suscitato dalla resilienza della sterlina, che sembra aver già dato segni di ripresa dopo la caduta di valore pari al 12 per cento sul dollaro, immediatamente successiva al referendum. Ma un segnale molto più deciso è arrivato con l’analisi del mercato del lavoro: se i dati della disoccupazione restano quelli di prima dell’annuncio della Brexit, al 4,9 per cento, con l’occupazione a livelli record dal 1971, calano invece in modo inatteso le richieste di sussidio: a luglio sono state 8.600 in tutto il Regno Unito, mentre se ne attendevano 9.000. Il numero dei disoccupati è diminuito di 52 mila unità rispetto al trimestre precedente: in tutto sono 1,64 milioni. In netta ripresa appare anche l’indice dei consumi, cresciuto dell’1,4 per cento a luglio, su livelli record che non si vedevano dal 2002. Un report dell’associazione industriali indica il bel tempo come fattore di crescita: a trainare le rilevazioni sono abbigliamento, alimentari e accessori per la vita all’aperto.
Anche le vendite di orologi e gioielli, a cui erano interessati compratori d’Oltreoceano attratti dal cambio favorevole, hanno fatto la loro parte, con un aumento pari al 16,6 per cento. La Banca centrale ha sostenuto l’economia in difficoltà tagliando i tassi di interesse per la prima volta in più di sette anni, ma lo stesso governatore Mark Carney ha ammesso che il Regno Unito dovrà affrontare un periodo di maggiore incertezza. Ad affiancarlo nella lotta a una possibile inflazione fuori controllo ci si sono messe le catene di supermercati, impegnati in una guerra dei prezzi che in alcuni casi ha portato a ribassi pari al 18 per cento su un paniere di oltre mille articoli. Proprio per battere, hanno annunciato le insegne Morrisons, la paura della Brexit.