Corriere della Sera, 19 agosto 2016
Uber e Volvo si sono alleate. Obiettivo: l’auto che si guida da sola
Uber e Volvo siglano un’alleanza per lo sviluppo dell’auto a guida autonoma e vanno a rinfoltire il gruppo di chi scommette sul business dei veicoli automatici. La multinazionale del servizio taxi gestito via app e la casa svedese controllata dai cinesi di Geely puntano assieme una fiche da 300 milioni di dollari. L’investimento sarà destinato soprattutto alla ricerca e lo sviluppo dell’hardware e dei sensori utilizzati per rilevare il traffico e gli ostacoli.
Uber – che la settimana prossima inaugurerà a Pittsburgh in Pennsylvania la prima flotta di auto nere a guida autonoma e ieri ha annunciato l’acquisizione della start-up «Otto», specialista in software per la guida autonoma – monterà al veicolo base di Volvo i propri sistemi di guida autonoma sviluppati internamente. Volvo userà lo stesso veicolo base per la prossima generazione delle sue auto a guida autonoma.
«Ogni anno – ha detto il ceo di Uber Travis Kalanick – oltre un milione di persone perdono la vita in incidenti automobilistici. Una tragedia che la tecnologia della guida autonoma può contribuire a risolvere, ma non possiamo fare tutto da soli. Ecco perché la nostra partnership con una grande azienda costruttrice di auto come Volvo è così importante. Volvo è leader nello sviluppo di veicoli e riferimento del mercato in tema di sicurezza. Combinando le capacità di Uber e quelle di Volvo arriveremo al futuro più rapidamente, insieme».
Quella tra Uber e Volvo è l’ultima alleanza in ordine di tempo tra un costruttore di veicoli tradizionali e un’azienda della Silicon Valley. E pensare che sette anni fa, quando Google aveva annunciato di lavorare al progetto sulla self driving car, il colosso di Mountain View era stato quasi deriso dai top manager dell’industria dell’auto. Che qualche anno dopo, invece, hanno cambiato idea. Quello dell’auto a guida autonoma è un business in cui si sono lanciati in molti dopo il pioniere Google, che lo scorso maggio ha scelto un veicolo di Fca, il Chrysler «Pacifica», come minivan «laboratorio».
Di due giorni fa la notizia che anche Ford punta all’introduzione entro il 2021 della guida completamente autonoma ( driverless car cioè senza guidatore e non autonomous driving, in cui il guidatore è comunque presente e attivo). La casa automobilistica americana sta collaborando con la cinese Baidu e 4 start-up, ha raddoppiato le dimensioni del team di ricerca in Silicon Valley e più che raddoppiato quelle del campus di Palo Alto.
È, dunque, corsa alle auto senza pilota. Nell’esercito di chi sta investendo ci sono tutti i grandi costruttori: Volkswagen con Gett, Nissan con la Nasa, Bmw con Baidu e Intel, General Motors con Lyft, Mercedes-Benz, Daimler, Psa, Toyota, Honda e Tesla. Protagonista, quest’ultima, del primo incidente mortale avvenuto lo scorso luglio e costato la vita al guidatore che stava guardando un film. Le sfide tecnologiche non sono ancora finite.