la Repubblica, 19 agosto 2016
Velo, le regole per non pagare multe o finire in carcere
Per Tony Blair, il velo era «un segno di separazione», per lo xenofobo olandese Geert Wilders un oggetto da vietare, ma per l’Europa in generale fino a poco tempo fa l’abbigliamento delle donne islamiche non era tema di dibattito infuocato. Nel 2006 Franco Frattini, allora responsabile di Giustizia, libertà e sicurezza nella commissione guidata da Barroso, si era detto sfavorevole a un divieto generalizzato. Poi è venuta l’ondata di attentati legati o ispirati allo Stato islamico e nell’opinione pubblica europea la tolleranza verso i segni di appartenenza musulmana ha mostrato diverse crepe.
Regno Unito
Non ci sono divieti, gli istituti scolastici però possono decidere in autonomia se imporli in aula. Il dibattito è aperto: i più accaniti contro il velo sono gli euroscettici dell’Ukip. Lisa Duffy, candidata alla leadership dopo l’abbandono di Farage, ha chiesto che il velo sia vietato nei luoghi pubblici, definendolo «il simbolo di un separatismo aggressivo che può solo favorire l’estremismo».
Regno Unito
Il primo divieto, sul velo nelle scuole pubbliche, risale al 2004. Nell’aprile 2011 il governo di Nicolas Sarkozy ha stabilito il divieto di velo integrale nei luoghi pubblici.
Francia
La donna che lo viola rischia una multa di 150 euro e a seguire lezioni di educazione civica, l’uomo che ne impone l’uso trentamila euro.
Belgio
Bruxelles ha seguito l’esempio di Parigi nel 2011, vietando l’uso nei luoghi pubblici di ogni abbigliamento che nasconda il viso. Chi trasgredisce rischia fino a sette giorni di carcere.
Olanda
Il velo è vietato solo nelle situazioni in cui è essenziale che le persone siano riconoscibili o per motivi di sicurezza. No al viso coperto a scuola, negli ospedali, sui mezzi di trasporto pubblico.
Spagna
Le autorità locali della Catalogna hanno vietato il velo, ma secondo la Corte suprema spagnola il divieto viola la libertà di religione. Alcune municipalità tengono duro, dopo una sentenza favorevole della Corte europea dei diritti umani.
Italia
La regola da applicare è la legge del 1975 sull’ordine pubblico che vieta «l’uso di qualunque mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo». La regione Lombardia ha vietato l’uso di caschi protettivi e veli in ospedale o negli uffici regionali.