Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 19 Venerdì calendario

Storie di giudici sotto accusa a Rio

Nessuno mi può giudicare, in questa maniera scandalosa. Michael Conlan ha espresso il concetto alla sua maniera, mostrando il dito medio al momento dell’incomprensibile verdetto, mentre l’arbitro alzava il braccio del sanguinante Vladimir Nikitin. Stesso nome di Putin, ironia vampiresca del pugile irlandese su Twitter: «Hey Vlad… quanto ti hanno messo in conto bro (fratello)??». È solo l’ultima delle accuse di corruzione e incompetenza dei giudici, a partire dal ring per andare pure in altre arene sportive, che stanno travolgendo Rio 2016.

«Quanto ti pagano?»
Un pugno al volto controverso dell’Aiba, l’International Boxing Association, che in replica ha sospeso 6 giudici, riferendosi però solo a inadeguatezza e scarsa preparazione. Tra gli episodi più contestati, l’oro di Tishchenko sul kazako Levit. Il russo già aveva sconfitto Clemente Russo tra le polemiche («Una vergogna», il grido di Tatanka e Damiani, dopo un match in realtà in bilico). E non è tra gli epurati l’arbitro colombiano Armando Carbonell, protagonista negativo anche nel torneo femminile. Irma Testa, battuta dalla francese Mossely: «Un verdetto deciso a tavolino». A suo favore era il primo round, negato, che poteva magari mutare l’andamento dei seguenti, andati invece giustamente alla transalpina. Categoria dei verdetti contestabili, ma non certo quella, affollata, dei verdetti-scandalo. Altri esempi? La vittoria del giordano Iashaish sul romeno Nistor o dell’uzbeko Gaibnazarov sullo statunitense Russell. Giochi di potere. E per il tecnico Usa Billy Walsh sono le decisioni più assurde «da quando Roy Jones fu derubato a Seul ’88».
Gli italiani penalizzati
Anche in altri sport. La Federazione Internazionale della Scherma (Fie) ha revocato l’accredito al delegato degli arbitri ucraino Vadym Guttsait, dopo le violazioni nella semifinale di sciabola femminile a squadre tra Italia e Ucraina, persa dalle azzurre. «Episodio di gravità assoluta», ha spiegato il capodelegazione azzurro Paolo Azzi. Rabbia e sconforto che si mescolano, come nel pianto infinito della judoka azzurra Edwige Gwend, dopo aver perso con Tina Trstenjak, poi oro. Colpo proibito alle gambe da parte della slovena. «Invece la squalifica non è arrivata. Mi hanno rubato un sogno». Ricorso respinto. In seguito si è parlato di informale ammissione dell’errore da parte dei responsabili internazionali dei giudici. Troppo tardi.
E i giudici che hanno rischiato grosso, finora, sono quelli del sollevamento pesi. Nella categoria +105 kg, oro al georgiano Talakhadze (ne pesa 157). Festa con la polizia antisommossa, perché l’antagonista, l’iraniano Salimikordasiabi, è esploso dopo una alzata prima approvata e poi bocciata per irregolarità. «Salimi» e il capo allenatore dell’Iran Anoushrivani si sono scagliati sulla giuria urlando al complotto. Infine gli animi si sono calmati, nessuna denuncia per aggressione: per loro fortuna, non andranno a giudizio.