L’Illustrazione Italiana, 27 febbraio 1916
La guerra d’Italia
(Dai Bollettini Ufficiali) Le operazioni dal 15 al 22 febbraio Nella zona della Tofana (Alto Boite), la nostra artiglieria bersagliò il 15 con visibile efficacia nuclei di truppe nemiche ed appostamenti per mitragliatrici.
In Valle Seebach (Gailitz), l’attività di nostri reparti provocò vivi allarmi nelle linee dell’avversario.
Nella zona del Rombon (Conca di Plezzo), il nemico tentò la mattina del l5 un nuovo attacco contro le nostre posizioni, ma fu prontamente respinto.
Velivoli nemici lanciarono qualche bomba sugli abitati nella pianura tra il Natisone e l’Isonzo: nessuna vittima e danni lievissimi.
Nella zona del Rombon (Conca di Plezzo) un forte drappello nemico del 27° Landwehr che tentava di sorprendere un nostro posto avanzato fu il 16 assalito e respinto. L’ufficiale comandante il drappello e alcuni militari furono presi prigionieri.
Ardite azioni di nostre pattuglie nel settore del Sabotino ci procurarono la cattura di numerosi fucili abbandonati.
Sul fronte di Oslavia nella serata del 16 vivaci azioni di fuoco nemico cessarono mercé l’intervento delle nostre artiglierie.
Batterie nemiche nei pressi di Gorizia e di Savogna dopo violento duello con le nostre furono ridotte al silenzio.
Un nostro velivolo lanciò bombe su Nabresina.
Azioni delle artiglierie nemiche il 17 contro gli abitati: Crosano in Valle Lagarina, Roncegno e Borgo in Valsugana ne ebbero qualche danno.
Le nostre artiglierie dispersero reparti nemici sulla strada di Luserna e nuclei di lavoratori nella zona dell’Astico.
Furono segnalati scontri di fanteria in Valsugana: la nostra ricacciò l’avversaria prendendole prigionieri.
Sul Medio Isonzo, presso Canale, una nostra batteria aggiustò il tiro su barche che il nemico veniva di nascosto raccogliendo presso quella località.
Sul Carso, ad est di Vermegliano, un nostro riparto irruppe in un trinceramento nemico infliggendo perdite alle truppe che l’occupavano.
Lungo tutto il fronte il 18 combattimenti vari di artiglieria con tiri di rappresaglia sugli abitati.
In risposta alle molteplici violazioni del diritto delle genti, con iniqua insistenza perpetrate dal nemico fin dall’inizio della guerra, la mattina del 18 una nostra squadriglia di Caproni compì una incursione su Lubiana. Fatti segno lungo tutto il percorso al fuoco di numerose batterie antiaeree ed aggrediti da stormi di velivoli nemici, gli arditi aviatori riuscivano a raggiungere l’obbiettivo. Abbassatisi sulla città tra squarci di nuvole, vi lanciavano alcune diecine di granate-mine e di bombe. Uno dei Caproni, assalito e circondato da sei velivoli austriaci, fu costretto ad atterrare in territorio nemico: gli altri ritornarono felicemente incolumi nelle nostre linee.
In Valsugana continuate il 19 piccole incursioni delle nostre fanterie. Furono presi al nemico alcuni prigionieri.
Lungo il rimanente fronte consuete azioni delle artiglierie. La nostra bombardò Uggowitz, in Valle del Fella, dove erano segnalati intensi movimenti di truppe e carraiggi.
Un velivolo nemico lanciò qualche granata su Ala senza alcun nostro danno.
In Valsugana con metodica azione offensiva le nostre truppe hanno conquistato la zona montuosa del Colle fra i torrenti Larganza e Ceggio. L’attacco fu iniziato all’alba del giorno 19 con fitta nebbia e su alti strati di neve. Riparti di fanteria, alpini e volontari esploratori raggiunsero la vetta del Collo e le contigue alture scacciandone nuclei nemici che le occupavano.
Dalle posizioni di Fravort, Monte Cola e Sopra Conelle le artiglierie nemiche aprirono un violento fuoco, ma furono efficacemente ribattute dalle nostre. Successivi contrattacchi dell’avversario appoggiati dal fuoco delle artiglierie furono tutti respinti.
Nella notte del 19, con nuovo sbalzo, le nostre truppe estesero ancora l’occupazione a ovest verso la Sella di Monte Cola. Le nuove posizioni, ormai saldamente rafforzate, proteggono la conca di Borgo e i paesi di Torcegno, Ronchi e Roncegno. da noi occupati.
Incursione aerea austriaca dal Garda a l’Adda
Aereoplani nemici volarono la mattina del 21 su alcune località delle province di Brescia e Milano. Danni materiali insignificanti.
Due morti e vari feriti a Desenzano sul Lago, un ferito a Salò, due morti e quattro feriti a Trezzo d’Adda: tutti i colpiti appartengono alla popolazione civile.
Gli aereoplani nemici lanciarono bombe anche su Gargnano: una cadde, senza fare danni né vittime, nell’ospedale Feltrinelli, malgrado vi fosse spiegata la bandiera della Croce Rossa.
A Milano verso le 9,30 i cannoni antiaerei diedero l’allarme; stormi di aereoplani italiani erano già nell’aria; ma i nemici non si avanzarono sulla città.
Il Montenegro non farà pace separata
Il presidente del Consiglio montenegrino comunica la seguente nota da Lione:
«Malgrado le formali dichiarazioni recentemente fatte alla stampa dal Governo montenegrino, rifugiato in Francia con la Famiglia reale, la diplomazia austro-tedesca non rimane inattiva. Le sue manovre tendono ancora a creare confusione e a far sorgere dubbi nella pubblica opinione.
«L’ambasciatore d’Austria-Ungheria a Madrid ha diramato una nota, secondo la quale sarebbe stata inviata al Re, dai membri del Gabinetto montenegrino rimasti nel paese, una petizione per essere autorizzati a concludere la pace. Nessun Governo alleato o neutrale si lascerà, fortunatamente, trarre in un inganno preparato in modo cosi maldestro. Se il Re Nicola ed il capo del suo Governo furono costretti a lasciare il Montenegro per sfuggire al nemico, dopo aver dati ordini molto precisi di non fare trattative, sotto nessun pretesto, non sono certo disposti ad accettare oggi le suggestioni di personaggi che agiscono sotto la protezione dell’invasore.
«È opportuno ripetere dunque che il Re ed il Governo legale del Montenegro si trovano in una situazione identica a quella dei Sovrani e dei Governi del Belgio e della Serbia. Il Montenegro è posto, con i capi responsabili che si trovano in Francia, sotto la protezione dei grandi Alleati, i quali possono essere certi che non procederanno ad alcun negoziato separato».
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Le seguenti chiamate alle armi furono pubblicate a Roma il 19:
a) militari di milizia territoriale nati nell’anno 1876 iscritti all’artiglieria da fortezza (compresi i provenienti dalla riserva navale) di tutti i distretti del Regno; compresi i militari di milizia territoriale nati nell’anno 1876 provenienti dalle altre specialità (artiglieria da campagna, pesante, campale, a cavallo, da montagna e da costa) dappoiché essi all’atto del passaggio alla milizia territoriale furono trasferiti all’artiglieria da fortezza;
b) militari della classe 1883 provenienti dalla R. Marina e trasferiti alla milizia territoriale del R. Esercito il 3l dicembre 1915.
c) per mobilitazione i militari di terza categoria in congedo illimitato nati negli anni 1884 e 1885 (compresi i provenienti dalla leva di mare) di tutti i distretti del Regno.
d) tutti gli ufficiali di complemento dell’arma di cavalleria nati nell’anno 1891, attualmente in congedo.