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 2016  agosto 18 Giovedì calendario

Perché il rublo sale?

Un Paese in recessione, colpito dalle sanzioni occidentali. Eppure la sua moneta dovrebbe stare in tutti i portafogli. Lo sostiene Yann Quelenn, analista di Swissquote, convinto che il rublo sia ancora sottovalutato. Eppure la moneta russa quest’anno ha già guadagnato il 13,7% nei confronti del dollaro e il 9,5% sull’euro. Ma, come osserva Quelenn, «l’attuale rafforzamento è dovuto al fatto che gli investitori sono alla ricerca di rendimenti in un momento in cui la maggior parte dei tassi delle principali economie occidentali si trova in territorio negativo o quasi». Il decennale russo sul mercato secondario ha un rendimento dell’8,38%, l’annuale del 9,46%. Visto che nei Paesi occidentali il decennale viaggia tra il 0,05% della Germania e l’1,575% degli Usa, è naturale che gli investitori siano attirati dai titoli di Stato russi. Se poi la stabilità politica è un fattore determinante nella scelta, non c’è dubbio che su questo fronte il presidente Vladimir Putin offra ferree garanzie.
Il rublo ieri era scambiato a 64,245 per dollaro, ma per Quelenn quota 62 rubli è «un obiettivo raggiungibile nel breve termine». Secondo l’analista di Swissquote, «una seconda ragione che ci porta ad affermare l’attrattività della moneta russa è individuabile nel rimbalzo strutturale dei prezzi del petrolio, che devia naturalmente gli investimenti verso economie come quella di Mosca, basate prevalentemente sulle vendite di questa materia prima. Di conseguenza riteniamo che l’economia russa stia nuovamente decollando».
In effetti, la velocità di caduta dell’economia sta rallentando: nel secondo trimestre il pil è diminuito dello 0,6% su base annua rispetto al -1,2% del trimestre precedente. A questo punto, sottolinea Quelenn, «la banca centrale potrebbe intervenire addirittura per limitare eventuali forti fluttuazioni al rialzo del rublo, tant’è che ci aspettiamo un taglio del tasso principale intorno al 10% nel corso della riunione del prossimo 16 settembre, anche se non escludiamo che possa applicare una riduzione più decisa del saggio di riferimento anche prima di questa data».
Al momento i tassi d’interesse russi sono al 10,50%. Anche la borsa di Mosca sta attraversando un buon momento: da inizio anno il Micex (l’indice denominato in rubli) ha guadagnato l’11,8% e l’Rts (denominato in dollari) addirittura il 27,5%. Da notare che il giorno di ferragosto il Micex ha toccato i massimi di tutti i tempi a 1.977 punti, mentre ieri ha chiuso in calo dello 0,3% a quota 1969. Il tutto nonostante il crollo della compagnia petrolifera Bashneft (-8,2%), la cui privatizzazione è stata rinviata.
Il vice primo ministro Igor Shuvalov ha annunciato ieri che Mosca considererà la vendita del 50% di Bashneft solo dopo aver completato l’operazione di privatizzazione di Rosneft con la vendita di una quota del 19,5%. L’operazione Bashneft doveva ridare ossigeno al bilancio federale, che langue a causa del prolungato calo dei prezzi del petrolio e delle sanzioni occidentali, imposte alla Russia per la crisi ucraina. Nelle ultime settimane, si erano create tensioni nella élite politica e industriale sull’operazione: Igor Sechin, il numero uno di Rosneft, aveva chiesto di partecipare all’operazione. La prospettiva di un ingresso di Rosneft non è però piaciuta ad alcuni funzionari governativi.