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 2016  agosto 18 Giovedì calendario

Anticipazioni, curiosità e misteri a puntate. Così il romanzo finisce su Facebook

A ognuno di noi è successo di rimanere intrappolati nella trama di un libro. Basta leggere le prime pagine e se la storia è quella giusta ci prende. A questo risultato mira il feuilleton 2.0 della casa editrice Frassinelli del gruppo Mondadori, che ha raggiunto in pochi giorni 100 mila contatti su Facebook, raddoppiando l’attenzione alla sua pagina e usando per una volta la tecnologia per conquistare alla lettura. Da qualche giorno infatti viene pubblicato a puntate sul social network il primo capitolo del nuovo libro di David Mitchell, lo scrittore inglese che ha vissuto in Giappone, in Italia e in Irlanda, noto per  Cloud Atlas e che sabato 10 settembre sarà al Festivaletteratura di Mantova con Tullio Avoledo.

La sua ultima opera si intitola I custodi di Slade House e il 5 agosto alle ore 10 ne è apparsa la prima di trenta parti del primo capitolo, che s’inizia così: «Qualsiasi cosa stesse dicendo la mamma è stata soffocata dal rombo fuligginoso dell’autobus che si allontana rivelando, dietro di sé, un pub che si chiama The Fox and Hounds, la volpe e i segugi». Si tratta di un insieme di cinque favole gotiche ambientate a intervalli regolari dal 1979 a oggi tra le vie oscure di Londra, dove ogni nove anni, l’ultimo sabato di ottobre, due gemelli vampirizzatori di anime invitano una persona speciale a casa loro: un adolescente precoce, un poliziotto fresco di divorzio, un timido studente universitario... Cosa succeda dopo è il mistero di Slade House.
Segreti, appuntamenti, ricorrenze, Mitchell già nell’edizione inglese ha usato queste caratteristiche del libro per incuriosire i lettori pubblicandone un’anticipazione a puntate su Twitter. Tendenza inaugurata anni fa dal regista Steven Soderbergh con una novella in cinguettii di 140 caratteri e seguita dallo scrittore Murakami con il primo capitolo di 1Q84 svelato su Facebook. 
Dalla stessa idea è partito Giovanni Francesio, responsabile editoriale della Frassinelli: «Attraverso l’agente di Mitchell, Roberto Santachiara, gli abbiamo proposto questo gioco su Facebook. Lui da uomo lungimirante quale è ha subito aderito. Con trenta post diluiti nel tempo proviamo a creare una piccola attesa per il suo intervento a Mantova. Mitchell è un autore molto seguito all’estero, basta ricordare il successo di Cloud atlas e il film che ne fu tratto con Tom Hanks e Hugh Grant. Questo suo ultimo libro che esce in libreria e su ebook il 6 settembre merita di essere conosciuto dal pubblico italiano».
Nel suo piccolo, l’iniziativa ha attecchito. Racconta Francesio che «100 mila persone raggiunte ad agosto è un successo e mancano ancora metà delle puntate». Il che ha prodotto un certo entusiasmo in casa editrice, anche perché al momento le tecnologie non danno tante altre soddisfazioni: «Gli ebook è giusto farli perché sono un mercato che pian piano crescerà, ma per ora stentano. Le vendite di libri calano in generale perché si passa troppo tempo sugli smartphone. Così l’unica controffensiva è pubblicare meno libri e migliori per venderne di più. Insomma, trovare l’equilibrio tra fatturato e margine». 
Per Antonio Manzini, autore del bestseller dell’estate 7-7-2007 (Sellerio), «il tentativo è sempre lo stesso: raggiungere i lettori dove stanno, anche su Facebook. Con il mio editore stiamo lavorando a un progetto nuovo in tal senso, ma è ancora un segreto industriale. La mia paura è che alla fine però i lettori sui social e nella vita siano sempre gli stessi. Io ho un profilo su Facebook e pensavo fosse semplice, invece assieme a tante persone meravigliose ce ne sono pure di complicate». 
Anche per Donato Carrisi, autore de La ragazza nella nebbia (Longanesi), «È giusto che la storia esca dalle pagine, purché gli autori siano compensati. Nel mio caso succede dopo. Quando i lettori vanno a Roma a cercare i luoghi delle storie. Un modo come un altro per aumentare la partecipazione. A Hollywood è avvenuto il sorpasso dei film tratti dai videogiochi su quelli provenienti dai libri: un segnale dell’esigenza di interattività. L’autore ha sempre più un ruolo di masterdella comunità o, in latino, di deus».
In questo senso va pure l’esperimento di Alessandro Baricco, che pochi giorni fa ha aggiunto ai suoi racconti Archivo General de Indias su Vanity Fair e ai suoi post su Facebook anche dei video su Snapchat.