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 2016  agosto 18 Giovedì calendario

A meno di 100 giorni dal referendum, come sono composte le squadre del sì e del no?

Mancano meno di 100 giorni alla data del referendum costituzionale (non si sa ancora se si voterà il 20 o il 27 novembre) e gli opposti comitati, per il Sì e per il No alla riforma del bicameralismo paritario, iniziano davvero a scaldare i muscoli per la volata finale d’autunno. Però, con moltissimi italiani che ancora non hanno avuto tempo o voglia di documentarsi sul merito della legge pubblicata in Gazzetta ufficiale lo scorso 15 aprile, tiene banco anche – più che la modifica ai 47 articoli della Costituzione – la natura eterogenea, multicolore, a tratti imprevedibile delle squadre che tifano per il Sì o per il No.
Dunque che ci fanno insieme – per il fronte del No – Silvio Berlusconi e gli ex pm Antonio Di Pietro e Antonio Ingroia? Quale filo rosso accomuna la destra di Giorgia Meloni e il Comitato marxista-leninista d’Italia. Oppure l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini (FI) e il Comitato No Gelmini? Che c’entra poi l’ex premier Lamberto Dini con la sinistra di Nichi Vendola?
Di riflesso – per il fronte del Sì – cosa hanno da spartire l’ex presidente azzurro del Senato Marcello Pera, l’ex ministro dc Vincenzo Scotti e l’intero governo guidato da Matteo Renzi? Oppure l’ex braccio destro di Berlusconi, Denis Verdini, e l’ex ministro ds Luigi Berlinguer? E ancora, cosa lega l’attrice Stefania Sandrelli alla senatrice di Ncd Simona Vicari?
Il fronte del No – alimentato da giuristi di chiara fama, da presidenti emeriti della Consulta a partire da Gustavo Zagrebelsky, da ex girotondini, da una fetta minoritaria del Pd e dalla sinistra radicale ma anche da M5S, Forza Italia, Lega e ex di Alleanza nazionale – è il più esposto sul terreno dell’eterogeneità. Alcuni giorni fa, il Foglio ha messo in fila gli sponsor del No, evidenziando gli ossimori politici, a partire dall’inedito duo Silvio Berlusconi-Marco Travaglio, che danno il senso del «guaio in cui si è cacciato il centrodestra».
Alla fine, la trincea del No – dove insieme al centrodestra hanno preso posto l’immunologo Ferdinando Aiuti, i registi Maselli e Faenza, Rosita Celentano e Alba Parietti, il membro del Cda Rai Carlo Freccero – potrebbe acquartierare pure la sinistra del Pd ancora in bilico a causa della mancata correzione della legge elettorale (Italicum). Miguel Gotor, senatore dem di fede bersaniana, la mette così: «Fare la battaglia sulla diversità all’interno del fronte del No è un segno di incultura politica perché l’eterogeneità dei fronti contrapposti è fisiologica nella battaglia referendaria. È come dire che Pannella era comunista e Fanfani fascista, per citare divorzio e aborto».
Da qualche settimana, il fronte del Sì – che conta anche sul costituzionalista Sabino Cassese, gli scrittori Dacia Maraini e Federico Moccia, sul chirurgo Umberto Veronesi e sul comico Roberto Benigni – ha cambiato strategia. Dal sito «BastaunSì» è sparito ogni riferimento al premier Matteo Renzi e alla ministra Maria Elena Boschi. Sulla pagina web del Sì vengono messe in evidenza foto e dichiarazioni di comuni cittadini (operai, impiegati, studenti, imprenditori e professionisti) che dovrebbero infondere il senso di una normale voglia di cambiamento, lontana dalla personalizzazione del referendum su Renzi. Tra le immagini c’è anche quella del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, considerato il padre nobile della riforma.
Eppure, nonostante lo sforzo di concentrarsi solo sul merito della legge, nel Pd a trazione renziana non è esaurita la spinta che insiste sulla sull’eterogeneità del fronte avversario: «Mi sembra che ci sia diversità di opinioni anche all’interno delle coalizioni che sostengono il No. Basta pensare a cosa dice Salvini di Parisi...», osserva il dem Emanuele Fiano. Mentre Alessia Morani (Pd) aggiunge: «Il No è un fronte largo che non esprime una proposta alternativa unitaria alla riforma ma tante posizioni inconciliabili legate solo dall’opposizione la governo Renzi». C’è da chiedersi se nei prossimi 100 giorni cambierà lo schema di gioco.