L’Illustrazione Italiana, 20 febbraio 1916
Noterelle letterarie
Si gira… romanzo di Luigi Pirandello. – Cinematografi, attori e attrici per pellicole, autori di films, direttori di società cinematografiche… Tutto un mondo di persone e di cose sorte dal nulla in pochi anni, e la cui importanza va aumentando di giorno in giorno, fra la curiosità sempre crescente del pubblico, che ha ormai i suoi divi e le sue dive dell’arte muta, mentre questa va attirando a poco a poco nel suo vortice d’oro poeti e musicisti, attori illustri e scenografi di grido. L’ingegno acutamente osservatore di Luigi Pirandello ha notato il fenomeno, e l’ha riprodotto nel suo nuovo romanzo, seguito con tanto interesse dai lettori della «Nuova Antologia» che ne ebbero la primizia, ed ora pubblicato in volume dalla casa Treves (L.3,50). Ma poiché il Pirandello, oltre ad essere un osservatore, è anche un pensatore e un poeta, non si è limitato ad una fredda fotografia d’ambiente. Le memorie di Serafino Gubbio, detto Si gira, operatore cinematografico, tipo originalissimo di filosofo spiantato, rassegnato e sardonico, sono scritte con calore e color d’arte fortissima, con umorismo finemente amaro; nell’antipatia di Si gira per la macchina usurpante ogni di più il posto dell’uomo nell’industria e perfino nell’arte, sembra si agiti come un oscuro presentimento delle terribili macchine la cui forza e la cui precisione inanimata e brutale sostituiscono oggi, sui campi di battaglia, il valore e l’iniziativa umana. Ma la filosofia nulla toglie, in queste pagine, all’interesse dei fatti e dei personaggi; e in quello strano ambiente d’arte industrializzata, formato da una grande società cinematografica, la Kosmoffraph, noi vediamo svolgersi un dramma vero, un grande dramma di passione e d’ironia, intorno a due figure diverse di donna, Waria Nestoroff. ambigua bellezza pericolosa e sofferente, e Luisetta Cavalena, fresco fiore d’ingenuità e di gentilezza; e ancora una volta il magnifico ingegno di narratore di Luigi Pirandello trionfa in questo libro pittoresco e profondo.
Salonicco, di Alarico Buonaiuti. – L’autore di questo libro, che dimorò diversi anni a Salonicco, dov’era preside del Regio Liceo Italiano, lasciò la capitale macedone allo scoppio delle ostilità con l’Austria per venire in patria a combattere nella nostra guerra. Rimasto ferito sul Carso, negli ozi della convalescenza gli tornarono alle mani alcuni appunti ch’egli aveva raccolti per una storia di Salonicco, insieme con vive impressioni del suo soggiorno nell’agitata città durante le ultime guerre balcaniche. Il precipitare degli avvenimenti, la discesa degli austro-bulgaro-tedeschi in Macedonia, lo sbarco a Salonicco delle truppe anglo-francesi, l’arresto dei consoli, davano a quelle note un ardore d’attualità. Egli pensò di riordinarle sotto l’impressione dei nuovi eventi, e ne risultò questo vibrante Quaderno della Guerra (Milano, Treves, L. 2,50), che è ad un tempo una breve storia della fatale città, sulla quale ora si accanisce la barbarie tedesca, un vivo quadro della sua vita e de’suoi costumi, nello strano miscuglio di diverse razze che formano la sua popolazione, e una chiara sintesi delle competizioni politiche ed azioni militari che su di essa convergono. Il volume è illustrato da 16 vedute, che nella loro varietà riproducono il carattere complesso del grande emporio levantino, ove gli archi romani e le chiese bizantine si alternano coi palazzi e le scuole moderne e coi moli affollati dal traffico cosmopolita.
Il patto di Londra, al quale l’Italia ha aderito il 30 novembre 1915, è di capitale importanza per la sorte futura dell’Europa, perché con esso i cinque governi dell’Intesa si impegnano a non concludere pace separata nel corso della presente guerra. Questo importantissimo atto, e l’ampia discussione che ne è seguita alla Camera e al Senato quando il Ministero Sonnino ne diede l’annunzio in un memorabile discorso, sono raccolti testualmente e in modo durevole nel 45° Quaderno della Guerra (Milano, Treves, L.2). Alla discussione parteciparono gli uomini di più alto ingegno e di più grande autorità, così alla Camera (discorsi Orlando, Pantano, Luzzatti, Roi, Claudio Treves, Raimondo, Colaianni), come al Senato (discorsi Salandra, Zuppelli, Marconi, Maragliano. Molmenti): e l’insieme dà un’impressione di dignitoso e nobile patriotismo e di una larga visione, da parte dei nostri uomini politici, dei grandi interessi nazionali nella tragica ora presente.
Scampolo, la deliziosa commedia di Dario Niccodemi, il grande successo dell’attuale stagione sul teatro di prosa, esce ora in volume dalla raccolta del teatro contemporaneo di Casa Treves. La commedia è dedicata a Dina Galli, l’interprete incomparabile della piccola protagonista. Ma anche alla lettura i tre atti di Niccodemi conservano il profumo e la grazia che il pubblico ha gustato alla rappresentazione. È questa la prima commedia che l’Autore scrive direttamente in italiano. L’Aigrette, l’Ombra e il Rifugio furono scritti a Parigi e poi tradotti nella nostra lingua. Con Scampolo, Dario Niccodemi è entrato definitivamente a far parte degli autori italiani, ed è anzi probabile che quest’ultima sua creazione vedrà le scene parigine in tempi più tranquilli e più leggiadri.