L’Illustrazione Italiana, 13 febbraio 1916
La guerra d’Italia
(Dai Bollettini Ufficiali) Le operazioni dal 31 gennaio all’8 febbraio In Valle Lagarina il mattino del 3l gennaio il nemico rinnovò con l’aiuto delle artiglierie i vani attacchi contro le posizioni a nord est di Mori sempre tenute saldamente dalle nostre truppe.
In Valle Sugana si ebbero scontri di piccoli reparti; il nemico, sorpreso e sopraffatto dai nostri, fu dovunque ricacciato.
Nella zona di Gorizia e sul Carso consueta attività delle artiglierie; la nostra colpì in pieno una colonna in marcia da Marcottini a San Martino.
Segnalata una nuova ardita irruzione di un nostro riparto in un riparto di un trinceramento nemico, a sud-ovest di San Martino del Carso, nel quale vennero lanciate 50 bombe devastandolo.
In Valle Lagarina, il giorno 1 febbraio, un nostro riparto esplorante appoggiato dal fuoco di artiglieria attaccò e disperse nuclei nemici a nordovest di Mori.
Nella zona tra Astico e Torra. la sera dell’1, drappelli nemici in vesti bianche sostenuti da mitragliatrici avanzarono contro le nostre posizioni lungo il fronte Cima Norre-Millegrobe; furono contrattaccati e respinti.
In Valle Sugana l’attività aggressiva delle nostre fanterie provocò nuovi favorevoli scontri con l’avversario tra Roncegno e Ronchi.
Sull’Isonzo azione intermittente delle artiglierie. La nostra bersagliò truppe nemiche transitanti per il nodo stradale di Rusic, a nord-est di Gorizia.
Sul Carso un nostro riparto, penetrato di sorpresa in un trinceramento nemico nella zona di San Martino, vi prese alcuni prigionieri, fucili e bombe a mano.
La notte sul 2 il nemico, dopo avere con getto di numerose bombe a mano danneggiato le nostre posizioni sul Col di Lana (alto Cordevole), pronunciò contro di esse un violento attacco. Fu completamente respinto. Al mattino nostri drappelli esploranti usciti dalle linee senza che il nemico osasse molestarli, constatarono sul terreno le gravi perdite subite dall’avversario durante l’attacco notturno.
Nella zona del Tofana (alto Boite) tiri efficaci delle nostre artiglierie dispersero nuclei nemici infliggendo loro perdite.
Sull’Isonzo attività delle artiglierie avversarie specialmente dirette sugli abitati. La nostra controbatté ed eseguì tiri di interdizione sulle retrovie nemiche. Due velivoli nemici lanciarono bombe su Gorgo nella Laguna di Grado. Lievi danni.
In Valle Sugana piccoli scontri il 3 tra Roncegno e Torcegno; l’avversario fu respinto e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
Nella zona di Tolmino, all’alba del giorno 4, il nemico attaccò le nostre posizioni di Santa Maria. Benché fitta nebbia paralizzasse l’azione delle artiglierie, per il pronto accorrere dei rincalzi, l’avversario fu respinto con sensibili perdite.
Anche sulle alture del Podgora ad ovest di Gorizia nella notte sul 4 il nemico tentò due volte di avvicinarsi alle nostre posizioni. Al secondo tentativo le nostre truppe contrattaccarono e misero in fuga l’avversario prendendogli anche alcuni prigionieri. All’infuori di azioni di artiglieria, nessun importante avvenimento fu segnalato il 5 lungo tutto il fronte.
Nel Trentino ed in Carnia il 6 consueta azione di artiglierie e di nostri riparti esploranti. Lungo tutto il fronte dell’Isonzo fu segnalata una più intensa azione di artiglieria e di velivoli da parte dell’avversario.
Le nostre artiglierie controbatterono con efficacia ed obbligarono gli aeroplani nemici a tenersi a grandi altezze.
Nel settore di Zagora (Medio Isonzo) un nostro aviatore attaccò arditamente due velivoli avversari costringendoli alla fuga mercé il fuoco di mitragliatrici.
Consuete azioni di artiglieria il 7; la nostra eseguì tiri efficaci sulla grande via di comunicazione di Valle Drava nei pressi di Sillian e disturbò movimenti di treni nelle stazioni di Caldonazzo in Valle Sugana e di San Pietro a sud-est di Gorizia.
Velivoli nemici lanciarono qualche bomba su Borgo e Castel Telvana in Valle Sugana; danni lievissimi.
Rappresaglia austriaca contro la costa abruzzese
La mattina del 3 febbraio verso le 7, navi nemiche hanno bombardato il porto di San Vito Chietino e gli impianti ferroviari di Ortona a Mare. Le navi nemiche erano quattro cacciatorpediniere appoggiati ad un incrociatore. Da vari punti del litorale le artiglierie della Regia Marina controbatterono vigorosamente la flottiglia nemica, costringendola ad allontanarsi. Non si ebbero a lamentare che lievi danni materiali. Le popolazioni serbarono un contegno ammirevole.
Nuova chiamata alle armi
Una dispensa straordinaria del Giornale Militare Ufficiale ha annunziato il 3 la chiamata alle armi per mobilitazione dei militari in congedo illimitato di prima e seconda categoria per tutti i distretti del Regno:
a) della classe 1891 ascritti alla cavalleria;
b) delle classi 1882, 1883 e 1884 ascritti alla specialità pontieri del Genio;
c) delle classi 1882, 1883, 1884 e l885 ascritti alla specialità lagunari del Genio.
Sono stati inoltre chiamati i militari di terza categoria, in congedo illimitato, nati nell’anno 1881, compresi, ben inteso, i provenienti dalla leva di mare, che non risposero alla chiamata avvenuta il 3l agosto 1915.
La presentazione dei militari su indicati è avvenuta nelle prime ore del mattino 7 febbraio; salvo che per i militari di terza categoria, invitati in varie giornate.
Il successo del prestito
Comunicati Stefani del 4 febbraio davano per sottoscritti, per il terzo prestito nazionale di guerra 2 miliardi e 620 milioni, complessivamente nel gennaio. In questa somma totale sono comprese le sottoscrizioni fatte direttamente alle casse della
Banca d’Italia, che ascendono a più di 800 milioni di lire.
Combattimenti navali nell’Adriatico
Un comunicato ufficiale da Parigi, 8 febbraio dice:
«La sera del 6 un incrociatore inglese e una torpediniera francese, che proteggevano lo sgombro dell’esercito serbo, incontrarono nell’Adriatico quattro cacciatorpediniere nemici. Qnesti, subito cannoneggiati, fuggirono verso Cattaro.
«All’indomani due navi alleate furono nuovamente attaccate dinanzi a Durazzo.
«Un sommergibile nemico tentò di affondare l’incrociatore inglese, ma il siluro fallì bersaglio e il sommergibile inseguito non poté rinnovare l’attacco».