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 2016  agosto 13 Sabato calendario

Bombe sui turisti in Thailandia

 Cinque luoghi simbolo della Thailandia turistica del sud sotto attacco, undici piccole ma micidiali esplosioni in successione e altrettanti ordigni scoperti tra il pomeriggio di giovedì e ieri mattina, quattro vittime, quasi 40 feriti tra i quali due italiani. È stata una sequenza di attentati chiaramente coordinati tra loro da Trang a Hua Hin, da Phuket a Surat Thani, senza firma e senza precedenti di così vasta scala, ma con inquietanti denominatori comuni. Uno dei luoghi scelti è nel centro della città di residenza estiva della famiglia reale a Hua Hin, 200 km a sud di Bangkok, proprio nel giorno dell’84esimo compleanno della regina Sirikit Kitiyakara, “giorno nazionale delle mamme”, una data troppo importante per essere stata scelta a caso dai mandanti. Qui la sera della vigilia attorno a mezzanotte, in una strada di bar notturni, è morta nell’impatto dell’esplosione una venditrice ambulante di frutta e sono rimasti colpiti dalle schegge i nostri connazionali Lorenzo Minuti e Andrea Tazzioli con altri 9 stranieri, tutti fuori pericolo.
Ancora a Hua Hin alle 8 di ieri mattina due nuovi boati a poca distanza uno dall’altro creavano grande panico, altri 4 feriti e una nuova vittima davanti a una popolare torre- orologio dove si era appena svolta una cerimonia per celebrare la festa della regina. Lo stesso accadeva centinaia di km più a sud durante un altro rituale religioso buddhista in onore della moglie del sovrano novantenne Bhumibol Adulyadej nella cittadina di Surat Thani, porto di smistamento turistico per le isole vicino a Samui. Una impiegata thai della vicinissima caserma della polizia marittima e un passante sono rimasti uccisi. Ma le concidenze con le cerimonie reali non finiscono qui. Quasi alla stessa ora nel parco Loma vicino alla celebre spiaggia di Patong a Phuket – dove poche ore prima c’era stato un altro attentato con un ferito – esplodeva un nuovo ordigno che ha lasciato per puro caso incolumi i rappresentanti dell’amministrazione locale radunati a loro volta per onorare la regina madre.
Senza attendere rivendicazioni, il capo della giunta militare Prayut Chan Ocha, ha subito fatto allusione a moventi politici per spiegare il clamoroso smacco subito dal suo apparato di sicurezza. Sottintesa è l’accusa all’opposizione che ruota attorno all’ex primo ministro esule Thaksin Shinawatra, messa a tacere con il golpe di due anni fa, ma ancora organizzata attorno al partito guidato dalla sorella e da ex membri del movimento delle camicie rosse. Sia la polizia che gli analisti escludono l’ipotesi avanzata nelle prime ore, la pista di una mafia delle concessioni edilizie e turistiche. Difficile anche l’attribuzione degli attacchi al movimento dei separatisti islamici in guerra ai confini con la Malesia. La guerriglia musulmana nel sud e le rappresaglie dell’esercito hanno provocato più di 5000 morti in 15 anni, ma in nessuna occasione i militanti hanno spinto gli attacchi fuori dalle tre province meridionali di Yala, Narathiwat e Pattani. Anche il pericolo di un attacco del terrorismo islamico internazionale è stato escluso dalle forze di sicurezza, nonostante una ricorrenza significativa alle porte, l’anniversario della strage nel tempio di Erawan al centro di Bangkok del 17 agosto 2015, attribuita ai membri di un gruppo islamico uighuro dello Xinjiang cinese.
C’è invece un’altra circostanza che pesa su questa delicata fase di transizione del paese segnata dalla lunga malattia del re e della regina, entrambi in ospedale e tenuti in vita da cure speciali. Pochi giorni fa la giunta militare ha ottenuto con un referendum popolare il 61 per cento di “sì” per una nuova Costituzione destinata a prolungare il controllo dell’esercito per almeno i prossimi 5 anni attraverso un Senato formato da soli soldati e loro fiduciari in grado di eleggere il premier. Uno smacco per la forte base elettorale dei “rossi” di Thaksin che nel nord est hanno votato a maggioranza per il “no”. Da qui il sospetto dei generali e di molti esperti secondo i quali altri piccoli e sanguinosi attentati degli ultimi dieci anni sarebbero una conseguenza della rabbia per la cacciata di Thaksin. Ma le ultime bombe hanno per la prima volta preso di mira le celebrazioni per un membro della famiglia reale, un salto di qualità dalle conseguenze ancora imprevedibili.