La Stampa, 13 agosto 2016
Ancora la banda del buco a Milano
Come in un vecchio film, il colpo d’agosto a Milano è arrivato con la più classica delle trovate. Un tunnel sotterraneo scavato per giorni, attraverso il quale quattro rapinatori si sono introdotti nella notte tra giovedì e venerdì in una filiale di Banca popolare di Novara, e ieri mattina ne hanno svuotato il caveau.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i quattro componenti della «banda del buco», tutti italiani, si sono calati in un tombino nei dintorni di Viale Regina Giovanna, a pochi passi da Corso Buenos Aires. Hanno percorso la rete fognaria sotto la strada e, una volta individuato il punto giusto, hanno cominciato a scavare una galleria. Un’apertura lunga non più di cinque metri, realizzata in diverse notti di lavoro, che li ha portati due metri al di sotto della banca. Da lì è cominciata la risalita: con un lavoro da minatori esperti, puntellando la galleria per evitare crolli, sono risaliti fino a sbucare in piena notte nell’anticamera del caveau. Lì hanno atteso l’arrivo degli impiegati della banca, che attorno alle 9 del mattino successivo se li sono trovati davanti a volto coperto e con la pistola in pugno. Tre di loro, presi in ostaggio, non hanno potuto fare altro che aprire la porta della camera blindata dove in pochi minuti i ladri hanno svuotato decine di cassette di sicurezza. Ingente il bottino, anche se ci vorranno giorni per quantificare il valore dei beni trafugati, in gran parte gioielli e contanti.
Fuori dall’istituto, i clienti insospettiti dalla porta sbarrata e dagli strani movimenti all’interno hanno chiamato i carabinieri. All’arrivo dei militari, i quattro erano spariti nuovamente nel tunnel lasciando i bancari scossi ma illesi. Ogni tentativo di inseguimento è apparso subito inutile: impossibile indovinare il percorso dei malviventi in fuga sotto terra. Nelle fogne gli investigatori della scientifica hanno trovato un piccone, scalpelli e martelli. Ma per aprirsi la strada gli scavatori hanno usato probabilmente anche un martello pneumatico. «Un colpo del genere non si improvvisa, questi erano professioni esperti, che sapevano dove scavare, come evitare crolli e in che modo far perdere le loro tracce», fanno sapere i carabinieri, che stanno studiando i filmati delle telecamere di sicurezza della zona.
La «banda del buco» sapeva con certezza come e dove colpire, ma non era riuscita a beffare tutti. Già da lunedì scorso erano arrivati diversi allarmi dagli abitanti del condominio al civico 25 di viale Regina Margherita, quello al cui piano terra si trova la filiale rapinata. «Abbiamo cominciato a sentire tremori durante la notte. Nel palazzo, per scherzo, ci siamo detti: ma non è che fanno un colpo in banca?», hanno raccontato ai giornalisti i residenti ancora increduli. Uno dei vicini assicura di essere andato al vicino commissariato per segnalare l’accaduto e di aver avvisato l’istituto: «Ci è stato detto di chiamare il 113 se avessimo risentito quei rumori». La nuova segnalazione non è arrivata in tempo: la banda era già a un passo dal bersaglio.