Il Messaggero, 13 agosto 2016
Lo squalo che nuota da 400 anni
Quando parliamo o scriviamo del 1624 usiamo il passato remoto. Mentre gli eserciti di mezza Europa si combattevano nella Guerra dei trent’anni, Galileo proseguiva le sue ricerche ad Arcetri, Rubens dipingeva grandi tele in onore di re Luigi XIII a Parigi, e René Descartes (per noi Cartesio) viaggiava tra la Francia e l’Italia. In Vaticano regnava papa Urbano VIII Barberini. In quell’anno, in America, venne fondata New York. Ma il passato, qualche volta, può collegarsi in modo sorprendente al presente. Potrebbe avere 392 anni, ed essere quindi nato proprio nel 1624, il più anziano dei 28 squali della Groenlandia studiati tra il 2010 e il 2013 da un gruppo di ricercatori scandinavi guidati dal professor Julius Nielsen dell’Università di Copenaghen. Il lavoro, al quale hanno collaborato l’Università Norvegese dell’Artico, l’Istituto di Risorse Naturali della Groenlandia e l’Acquario Nazionale della Danimarca, è stato pubblicato da qualche giorno sulla prestigiosa rivista Science.
Lo squalo della Groenlandia, nome scientifico Somniosus Microcephalus, è un bestione che supera i cinque metri di lunghezza, ed è un predatore di tutto rispetto. Nello stomaco di esemplari uccisi dall’uomo sono stati trovati resti di orsi e di foche, e perfino cervi e renne inghiottiti tutti interi, corna incluse.
CARNE TOSSICA
La carne, tossica per l’uomo e anche per i cani, ha impedito che la specie, ampiamente diffusa in tutto il Nord Atlantico, venisse sistematicamente pescata. I biologi marini, già all’inizio del Novecento, sapevano che il Somniosus può raggiungere delle età straordinarie, e che le femmine della specie raggiungono la maturità sessuale solo tra i 100 e i 150 anni.
Per studiare l’età di molte specie di pesci, gli studiosi osservano la crescita delle pietre di carbonato di calcio che si formano all’interno delle orecchie, e sulle quali compaiono degli anelli simili a quelli dei tronchi degli alberi. Negli squali però queste pietre non si formano. E negli squali della Groenlandia, non esistono tessuti ricchi di calcio che si prestino a uno studio di questo tipo. Per determinare l’età dei 28 squali studiati, tutti di sesso femminile, i biologi norvegesi e danesi hanno ideato un sistema diverso, e utilizzato la datazione al radiocarbonio (o carbonio 14), analizzando il cristallino degli occhi. Ad aiutarli nel lavoro sono state le esplosioni atomiche degli anni Cinquanta, che hanno lasciato un segno evidente nel cristallino degli squali.
«Solo tre dei ventotto animali da noi studiati non avevano questo segno, e quindi erano nati dopo gli anni Cinquanta. Credo che gli squali della Groenlandia siano i vertebrati più longevi della Terra» spiega il professor Julius Nielsen. L’età delle femmine più anziane è stata stimata in 335 e 392 anni, con lunghezze di 4,93 metri e 5,02 metri. Le altre, relativamente più giovani, avevano in media 272 anni.
LA CLASSIFICA
La scoperta raccontata in dettaglio su Science completa la classifica degli animali più longevi del mondo. Sappiamo da secoli che gli elefanti in natura vivono tra i 50 e i 70 anni (di più se in cattività), e che le tartarughe giganti delle Galapagos e di Aldabra possono campare due secoli. Varie specie di pesci possono superare il secolo.
La balena artica, Balaena mysticetus, un gigante che può raggiungere le 150 tonnellate di peso, vive circa 200 anni. Il record assoluto, però, spetta alla vongola oceanica, nome scientifico Arctica islandica. L’esemplare più anziano conosciuto ha tagliato il traguardo dei 507 anni.
È fuori classifica la Turritopsis nutricula, una minuscola medusa (non supera i 5 millimetri di diametro) originaria dei Caraibi e attualmente diffusa in tutti i mari del mondo. Dopo aver raggiunto la maturità sessuale ed essersi riprodotta, questa specie può invertire il suo ciclo vitale, tornando allo stadio giovanile. Un ciclo che può andare avanti all’infinito, e che la rende praticamente immortale.
A proposito di squali della Groenlandia, va detto, non tutti i biologi marini condividono le conclusioni di Nielsen. «Sono convinto che questi animali vivano a lungo, ma le cifre fornite vanno prese con qualche dubbio» spiega Clive Trueman, professore di ecologia marina all’università inglese di Southampton. «Nel cristallino degli squali si fissano dei nutrienti che provengono dalla madre, e questo può falsare i calcoli».
Steven Campana, esperto di squali dell’Università dell’Islanda, riconosce che il lavoro è «un passo avanti straordinario» nella ricerca sulla specie. Anche lui però aggiunge che solo «altre ricerche, in futuro, potranno dirci le età esatte raggiunte da questi animali».
Il professor Julius Nielsen, da parte sua, non usa toni polemici per rispondere alle critiche dei colleghi. «Mi auguro di poter lavorare ancora sulla biologia degli squali della Groenlandia, che ha degli aspetti super-interessanti e poco noti». Nel concludere la sua presentazione, il ricercatore danese sottolinea come «una migliore conoscenza possa servire a proteggere meglio questa e altre specie, che vengono spesso pescate senza controllo, e possono avvicinarsi all’estinzione senza che il mondo della conservazione e della scienza se ne accorga».