13 agosto 2016
Undici esplosioni in Thailandia • L’Isis in Siria prende duemila civili come ostaggi poi li rilascia • Minacce all’Italia sui muri di Sirte • Il Pil ha smesso di crescere • Trovati squali di quattrocento anni • Due mamme italiane vincono medaglie a Rio • Con il reato di omicidio stradale aumentano quelli che non prestano soccorso dopo gli incidenti
Thailandia Tra il pomeriggio di giovedì e ieri mattina in cinque luoghi simbolo della Thailandia meridionale, famosi per il turismo, ci sono state unfici esplosioni in successione e altrettanti ordigni scoperti. In tutto ci sono stati 4 morti e 40 feriti, tra cui 2 italiani. Uno dei luoghi scelti è nel centro della città di residenza estiva della famiglia reale a Hua Hin, 200 km a sud di Bangkok, proprio nel giorno dell’84esimo compleanno della regina Sirikit Kitiyakara. Colpite anche le celebri spiagge di Phuket. Senza attendere rivendicazioni, il capo della giunta militare, Prayut Chan Ocha, ha subito fatto allusione a moventi politici. Sottintesa è l’accusa all’opposizione che gravita attorno all’ex primo ministro esule Thaksin Shinawatra, messa a tacere con il golpe di due anni fa. Si esclude la pista di una mafia delle concessioni edilizie e turistiche. Difficile anche l’attribuzione degli attacchi al movimento dei separatisti islamici in guerra ai confini con la Malesia. La guerriglia musulmana nel sud e le rappresaglie dell’esercito hanno provocato più di 5.000 morti in 15 anni, ma in nessuna occasione i militanti hanno spinto gli attacchi fuori dalle tre province meridionali di Yala, Narathiwat e Pattani. Anche il pericolo di un attacco del terrorismo islamico internazionale è stato escluso dalle forze di sicurezza (Bultrini, Rep).
Siria Scacciati da Manbij, nel nord della Siria, i miliziani dello Stato Islamico hanno rapito circa duemila civili per usarli come “scudi umani”. Nella notte, però, questi sono stati liberati dalla coalizione curdo-araba delle Forze democratiche siriane (Sdf), appoggiata dagli Usa, che ieri hanno conquistato proprio Manbij e che dicono di aver salvato altri 600 civili. Manbij era uno dei bastioni dell’Is sulla rotta dei rifornimenti tra la Turchia e Raqqa. L’assalto via terra, sostenuto dai bombardamenti a guida statunitense, è iniziato alla fine di maggio, ma l’offensiva è stata rallentata dalle mine e dai kamikaze usati dal Califfato per fermare l’avanzata. La scorsa settimana le forze curdo-arabe hanno lanciato l’ultimo assalto che ha permesso di liberare il 90% della città. La battaglia per liberare Manbij è costata la vita a 437 civili, tra cui 105 bambini, a 299 combattenti e a più di 1.000 jihadisti (Rep).
Sirte A Sirte, su un muro non lontano da Ouagadougou, il centro congressi creato da Muhammar Gheddafi divenuto la cabina di regia dell’Isis, si legge che la città è «il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma con il permesso di Dio». Erano 4.500 i soldati del terrore in forze a Sirte, ne sono rimasti 500 irriducibili, quindi prosegue la battaglia strada per strada con l’obiettivo di vincere le ultime sacche di resistenza jihadista (Semprini, Sta).
Pil L’Istat dice che dopo cinque trimestri consecutivi di crescita l’economia italiana si ferma: «Nel secondo trimestre del 2016 il Pil è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente». Il governo vede allontanarsi l’obiettivo di una crescita dell’1,2%, così come sottoscritto dall’esecutivo ad aprile. Il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, ammette: «Non c’è dubbio che sulla base di questi dati appare difficile conseguire l’obiettivo di crescita fissato per il 2016». La «variazione acquisita» per il 2016 è lo 0,6%. Significa che tale sarà la crescita se nei prossimi due trimestri il Pil resterà fermo sullo zero. La frenata italiana si inserisce in un contesto generale che vede i Paesi dell’eurozona crescere dello 0,3% nel secondo trimestre e dell’1,6% su base annua. In particolare, l’economia tedesca ha registrato un aumento congiunturale dello 0,4%, la Spagna dello 0,7%, mentre la Francia evidenzia un Pil a crescita zero proprio come l’Italia (Ducci, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Squalo Un gruppo di ricerca guidato dal professor Julius Nielsen, della Università di Copenaghen ha osservato nelle acque del Nord Atlantico esemplari secolari di squali della Groenlandia (Somniosus microcephalus). Il più longevo era giunto all’età di 392 anni e un altro aveva toccato 335. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science, riguarda 28 pesci di questa specie, tutti femmine, catturati tra il 2010 e il 2013. La loro età media, calcolata con la datazione al radiocarbonio, è risultata di 272 anni. Questo tipo di squalo ha uno sviluppo lento, visto che cresce di circa un centimetro all’anno e raggiunge la maturità sessuale dopo un secolo e mezzo di vita. Tra i vertebrati il suo è un primato, poiché il più longevo di cui si aveva notizia finora è la balena artica, che può arrivare a 200 anni (Carioti, Cds).
Centenari Il pesce Sebastes aleutianus, parente degli scorfani, campa anche fino a 200 anni, il pesce specchio (Haplostethus atlanticus) arriva a 150. La vongola oceanica (Artica islandica) supera i 500 anni. La tartaruga gigante delle Galapagos tocca 180 anni, 100 il tuatara (Sphenodon punctatus), grossa lucertola della Nuova Zelanda (Mainardi, Cds).
Skeet Alle Olimpiadi due italiane hanno vinto l’oro e l’argento nello skeet. Diana Bacosi ha raggiunto il primo posto, Chiara Cainero il secondo. Sono mamme. Diana Bacosi: «Sto contando i minuti che mi separano dal rientro, l’oro va bene, ripaga tanti sacrifici. Ma stare lontano da Mattia, che ha 7 anni, è una tortura. Il messaggio che vorrei dare è questo: mamme, non rinunciate mai ai vostri sogni, la vita non finisce con la nascita del nostro bambino. Abbiamo diritto a essere madri e ogni altra cosa che vogliamo. Queste due medaglie dimostrano che si può» (Imarisio, Cds).
Incidenti I dati dicono che a tre mesi dall’entrata in vigore della legge che introduce il reato di omicidio stradale, gli episodi di omissione di soccorso sono aumentati del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Negli stessi mesi, tra aprile, maggio e giugno, si sono registrati anche 366 feriti, mentre nel 2015 erano stati 313. Le omissioni di soccorso negli incidenti con morti non calano, 556 contro i 484 dell’anno precedente. Anche per gli incidenti con feriti (complessivamente 664), quest’anno si registra un’impennata: 89 casi di fuga in più (Capurso, Sta).
(a cura di Daria Egidi)