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 1973  agosto 23 Giovedì calendario

Oriana Fallaci conosce Alexandros Panagulis

• Oriana Fallaci incontra in Grecia Alexandros Panagulis. Questi, il 13 agosto 1968, aveva fatto esplodere una bomba per uccidere Georgios Papadopoulos, capo della giunta dei colonnelli. Il 17 novembre dello stesso anno era stato condannato a morte e poi al carcere duro. Qui, torturato per cinque anni senza però mai rivelare nulla di quel che volevano sapere da lui. Il 19 agosto 1973, per un’amnistia generale, viene liberato. Dopo pochi giorni l’incontro: «Successe qualche cosa tra noi quando entrai in questa stanza, e vidi quest’omino che mi veniva incontro sorridendo e a mani tese. (…) Era cinereo con sfumature verdognole e occhiaie violacee sotto gli occhi infossati. Non fu certo un’attrazione fisica quella che provai. È che in lui riconobbi davvero tante creature da me conosciute per il mondo, creature che avevano donato la loro vita a un ideale e che, per quell’ideale, avevano conosciuto torture bestiali, galera, spesso la morte». Il giorno dopo Oriana Fallaci parte: «Vedendolo ho pensato: “Oddio, eccoci. È successo, succede”. E subito ho avuto un ripensamento, anzi una paura. Sono scappata dicendomi: “Per carità! Per-ca-ri-tà!». Invece si mettono insieme, lo porta in Toscana, nel casale dove vive anche la famiglia. Poi si trasferiscono a Firenze.
• «Io ho provato a vivere maritalmente col mio compagno. O meglio, ci sono stata costretta da alcune circostanze: peraltro abbastanza nobili. Impazzivo lentamente. Non ce la facevo proprio. E devo dire che ce la faceva male anche lui, perché in questo senso siamo uguali: in questa sete di indipendenza». Con Panagulis litigano spesso, ma Oriana Fallaci ammira molto le sue poesie e lo aiuta a ricostruire quelle scritte in carcere e imparate a memoria quando non c’era carta per annotarle. Ne nasce il libro Vi scrivo da un carcere in Grecia. Per la prefazione del libro si rivolge a Pier Paolo Pasolini.
• Con Alexandros Panagulis celebrano un matrimonio simbolico e segreto, scambiandosi degli anelli: «L’anello che mi aveva regalato lui era molto bello: coi brillanti. Quello che gli avevo rgalato io era molto povero: perché lui l’aveva voluto così (…). Avevo sbagliato misura. Alekos era molto divertito e lo aveva messo al mignolo, sebbene anche al mignolo gli stesse un po’ stretto. Aveva dita grassocce. Non lo levò mai da quel dito, mai».