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 2016  agosto 12 Venerdì calendario

«L’Isis l’ha creato Barack Obama». Parola di Trump

Nell’era della «post truth politics», quella nella quale ci si divide per tribù, mentre la ricerca della verità, la verifica dei fatti, conta sempre meno, sui cittadini frastornati piomba il ciclone Trump col suo gusto per l’iperbole e la capacità di conquistare consensi sparandole grosse. Un mese fa aveva detto che «l’Isis è stato inventato da Hillary Clinton» con una di quelle sue battute tra il casuale e il paradossale che, mescolata tra tante altre affermazioni dirompenti, non aveva nemmeno fatto troppo rumore. L’altra sera «The Donald» ci è tornato su, derubricando Hillary a cofondatrice dello Stato Islamico, ma solo perché «l’Isis l’ha creato Barack Obama».
Ovazione dei «trumpisti» presenti, ma a esagerare si rischia di perdere il voto dei conservatori moderati e dei centristi, essenziale per arrivare alla Casa Bianca. E allora il giorno dopo un conduttore di destra che lo intervista in tv gli offre la possibilità per la consueta correzione di rotta: «So cosa intendeva dire, che Obama ha creato il vuoto politico nel quale...». Trump lo interrompe:«No, intendevo proprio quello che ho detto: Obama ha fondato l’Isis». «Ma», obietta l’intervistatore, «non ha certo simpatia per loro, anzi li odia, cerca di ucciderli». «Non mi importa», replica il candidato repubblicano, «lui è il fondatore. Ha fondato l’Isis col modo in cui è uscito dall’Iraq».
Chi ancora spera che prima o poi venga fuori un Trump «presidenziale» può mettersi l’animo in pace: «Dico quello che penso, è la chiave del mio successo. Se questo mi costerà l’elezione, pazienza». I «media» si affannano a fare verifiche, a mettere in fila fatti oggettivi molto chiari, ma serve a poco: lui li ha già delegittimati («disonesti, mentono»), almeno agli occhi dei suoi elettori.
La stampa non può fare altro che continuare a testimoniare e verificare, ma la sua capacità di incidere è piuttosto compromessa. Ed è successo ben prima che il miliardario di Manhattan salisse sul palcoscenico della politica. È cambiato il sistema della comunicazione con la moltiplicazione e la confusione delle fonti, la valanga di notizie riversate 24 ore su 24 dai canali «all news». E poi una rete nella quale pochi selezionano le informazioni col metro della credibilità mentre è forte la tentazione di considerare vero ciò che piace e di sovrastare le altre voci anche con urla e invettive.
Si sono creati spazi per i creazionisti, per i teorici di mille complotti, per chi nega l’impatto dell’uomo sul clima. Alla fine ha trovato spazio anche un «pifferaio magico». In quanti lo seguiranno senza farsi troppe domande?