la Repubblica, 12 agosto 2016
Quelli che hanno dato i nomi ai gesti degli sport olimpici
La calamarata subacquea di Lochte e il colpaccio da svitato del fiorettista Miles Chamley-Watson. La sky ball del volley, sassata al cielo, ormai rinominata Carambula dall’uruguaiano omonimo d’Italia. La mossa del judoka d’oro Fabio Basile, uno sgambetto che ha atterrato di schiena per l’ippon il coreano Baul An: «Una cosa mai provata». Appunto, le cose mai viste che alle Olimpiadi si vedono. Per la prima volta, nei casi migliori per sempre. Oltre l’oro e il record c’è di più: il gesto.
I Giochi sono il palcoscenico dei pionieri, il teatro degli inventori di stili. Alcuni passano come la moda, altri fanno codice e storia, anzi norma, alla Fosbury per intenderci. Il salto in alto con cui l’ingegnere Dick si prese l’oro a Messico ‘68, volando oltre l’asticella di schiena e non di pancia (o a forbice o di fianco). Tutto cambiò, per sempre, e sulla rivoluzione copernicana dell’atletica arrivò il copyright: il Fosbury Flop. Ad Atene 2004 il made in Italy nell’oro alla sbarra con il movimento Cassina o altrimenti detto Cassina.1: Igor eseguì un doppio salto teso con avvitamento a 360° sull’asse longitudinale. Già due anni prima la federazione internazionale aveva dovuto riscrivere i regolamenti e mettere su quell’elemento inedito il nome del brianzolo, che provò ad aggiornare il modello con la versione Cassina. 2 (un doppio salto raccolto con due avvitamenti).
Quello che funziona neanche lo vedi più: il rovescio a due mani (Borg) che nel tennis è diventato poi anche dritto per molti; la rovesciata di Carlo Parola nel ‘50 finita a fare la figurina (Panini); la beduina, il tiro di schiena alla porta, palla bassa a pelo d’acqua verso l’alto come in una mezza rovesciata con cui Gildo Arena sconvolse la pallanuoto fino ai ’50. E che il francese di Modena N’Gapeth ha tradotto nella pallavolo: schiacciata spalle alla rete et voilà, lo storia dello sport avanza di un punto.
Si torce fino a un metro e mezzo sotto l’acqua l’americano Ryan Lochte dopo la virata nelle gare di stile libero. Mentre gli altri girano risalendo a pancia in giù, lui continua a sgambettare sotto a pancia in su. Calamarata che gli evita le turbolenze dell’acqua in superficie e gli fa guadagnare quasi un secondo. «Spero che gli altri non mi copino». La Fina approva, ma vieta la pratica anticonvenzionale nei misti e impone che il sub capovolto riemerga prima dei 15 metri. Colpaccio efficace ma invisibile, non come quello spettacolare di Miles Chamley- Watson, il fiorettista americano ossigenato, nato a Londra 26 anni fa e trasferito a New York, 15° nel ranking: con l’arma dietro il proprio corpo alto 1.93 sferra una stoccata rapida e inaspettata alla Robin Hood. A Rio è uscito nel tabellone dei 32 perdendo contro il russo Akhmatkuzin contro il quale ai mondiali di Budapest 2013 vinse l’oro, primo americano nella storia. «Ma quando faccio quel colpo tutti urlano ooooohhhh e mi piace portare questo sport tra i più antichi in una nuova fase». Nell’era dei video Giochi.