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 2016  agosto 12 Venerdì calendario

Il primo incredibile oro delle Isole Fiji

La favola bella del rugby olimpico ha avuto il suo lieto fine. Cenerentola, la squadra più povera del mondo, è la nuova Regina a cinque cerchi della palla ovale. Lasciando l’argento – è il bello delle fiabe – proprio al team di Sua Maestà. Le Fiji hanno sepolto la Gran Bretagna sotto una valanga di mete (43 a 7), regalando il primo oro della storia alle isole del Pacifico. Un secondino e due portieri d’albergo di professione – le superstar low-cost del team tropicale – hanno messo sotto i “maestri” di Londra. Loro hanno iniziato a placcare il mondo sui prati verdi dei College mentre capitan Osea Kolinisau – autore della prima meta e anima del sette dell’Oceania – ha i piedi bruciati da mille partite giocate a piedi nudi sull’asfalto. In meta però non ci va il portafoglio. Ma il “rugby mistico” dei ragazzi di Ben Ryan– «siamo gli Harlem Globetrotter del settore», scherza l’allenatore – ha impartito una lezione memorabile agli ex-colonizzatori.
La vittoria non è una sorpresa. È vero che la storia di questo sport alle Fiji non ha i quarti di nobiltà di quella britannica (a portarlo a Suva fu nel 1913 un idraulico neozelandese). La palla ovale però sta a questo arcipelago come il calcio sta al Brasile. I 900mila abitanti sono altrettanti commissari tecnici. Ad annunciare le convocazioni per i Giochi è stato con la voce spezzata dalla tensione – in diretta tv su tutte le reti – il premier Frank Bainimarama, il primo tifoso che ora potrebbe proclamare qualche giorno di festa nazionale per celebrare l’oro.
La strada per i cinque cerchi non è stata in discesa. Anzi. «Abbiamo dovuto scalare l’Everest» assicura Ryan. Lui è arrivato qui nel 2013, lasciando la panchina della nazionale britannica. Appena sbarcato alle Fiji, il mondo gli è crollato sotto i piedi: la Federazione di Suva è andata in bancarotta. La World Rugby, che i piccoli non li perdona, ha tagliato (temporaneamente) i fondi per banali questioni di governance. A inizio 2016 è arrivato il ciclone Winston che ha ucciso 44 persone lasciandone migliaia senzatetto. «Molti dei ragazzi avevano un morto in famiglia, ancora di più si sono trovati senza un tetto sulla casa», ricorda spesso Ryan.
Lui ha tirato dritto. Pochi giorni dopo la tragedia ha portato la squadra alla Coppa del Mondo di Brisbane, devolvendo premi e incassi alle vittime. Ha selezionato la rosa per i Giochi senza guardare in faccia nessuno, lasciando a casa Jarryd Hayne, il running back dei San Francisco 49ers che aveva mollato la Nfl per inseguire il sogno a cinque cerchi. E un gradino alla volta i suoi ragazzi hanno scalato le posizioni della classifica mondiale fino all’apoteosi al Deodoro che in 20 minuti ha cancellato amarezze e problemi. Gli eroi di Rio – questo è sicuro – capitalizzeranno il trionfo. Molti giocatori, tutti lo sanno ma nessuno lo dice, saranno ricompensati con pezzi di terra e posti ministeriali. Ryan è stato contattato da diversi studios Usa, affascinati dalla storia dell’allenatore che ha regalato l’oro alle Fiji. Una favola. Che come tutte le favole finirà pure a Hollywood.