Corriere della Sera, 12 agosto 2016
Le quattro mele di Virginia Raggi
Prima di essere una teoria microeconomica, la «Ragginomics» (Raggi + Economics) è una visione del mondo. E il mondo di Virginia, in questi giorni di bufera, gira attorno ai cassonetti di Roma. «Ricordatevi che hanno un’apertura e che i rifiuti vanno messi dentro, non accanto...» è la bacchettata che la sindaca del M5S ha metaforicamente assestato sulle dita dei romani durante l’infuocato consiglio comunale di mercoledì. Quando ha spiegato l’obiettivo Rifiuti Zero con pillole di «economia circolare» e con la teoria delle quattro mele. Dunque, siete un consumatore e andate al supermercato. Scegliete una bella confezione di renette o deliziose, peccato che sono incartate in una vaschetta di polistirolo e in uno strato di cellophane. Che fate, le acquistate o selezionate una varietà di frutta meno inquinante? La «Ragginomics» comincia da qui, dalla testa dei romani. E poi, certo, dalla riduzione degli imballi, da un nuovo servizio di «raccolta da utenze commerciali di carta, cartone, organico, plastica», dalla «ripresa immediata» del servizio ritiro ingombranti e della raccolta carta-cartone stradale... Le isole ecologiche apriranno in orari «più accessibili ai cittadini» e i siti per il recupero e lo smaltimento aumenteranno. E qui la Raggi ha pronunciato la parola magica: «Riutilizzo». Che fine faranno i nostri vecchi tavoli, televisori, frigoriferi o altri oggetti che non vogliamo più tenere in casa? Saranno riparati e destinati a una nuova vita, grazie a un «ciclo economico che abbatte i rifiuti». Promessa di Virginia.