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 2016  agosto 12 Venerdì calendario

Storie di sesso tra atleti a Rio

L’amore, o almeno il sesso giacché è notorio che non sempre le due cose s’accompagnano, va, come i Giochi, di pari passo con la modernità. Così sessant’anni fa poteva capitare che due atleti, due lanciatori, lui di martello e lei di disco, si scontrassero sulla porta del magazzino del villaggio olimpico a Melbourne 56, s’innamorassero, si sposassero dopo traversie alla Romeo e Giulietta (lui, Connolly, era americano, lei, la Fikotova, era cecoslovacca e quelli erano tempi di guerra fredda anche sui materassi) per poi finire divorziati, ma il lieto fine non c’è sempre. Ora non c’è più necessità di andare per magazzini, né per prati o negli appartamenti distraendo la security con lo specchietto vuoi vedere la medaglia? per dar modo all’intruso (o intrusa, dipende) di entrare incontrollato-a. Hope Solo, la portiere di calcio statunitense, ha raccontato che a Londra 2012 facevano così.
NON SOLO POKEMON
A Rio è diverso, pare. Pokemon Go, ma non solo: si può cercare anche qualcos’altro, nelle due diversificate evoluzioni. Ci sono le app. Una di queste, Tinder, ha fatto sapere che i suoi users sono aumentati del 129 per cento solo nel primo weekend all’interno della Vila Olimpica, il villaggio dove in 31 edifici vivono ammonticchiati almeno 11 mila atleti tendenti all’esuberanza giovanile, pieni di testosterone naturale, e in più ci sono allenatori, dirigenti, addetti e quant’altro di accreditato, volontari compresi. Oltre tutto l’applicazione offre il vantaggio di poter localizzare, con una specie di Gps, il perimetro della ricerca, a parte mettere foto proprie o dichiarare di quale sesso si sia alla ricerca, di quale età e varie altre fantasie. Ci si descrive in 500 caratteri.
ATTENTI AL FALSO
Il rischio è il catfishing, cioè mostrarsi per quello che non si è: magari ti presenti come bel golfista e poi hai una pancia competente. C’è anche un Olympics Athletes Hub, patrocinato dal Cio e dagli organizzatori, per mettersi in contatto: del resto sono stati distribuiti agli atleti 450 mila preservativi, 42 a testa, e non si vuole mandare sprecato lo sforzo dello sponsor. Una inchiesta giornalistica ha rilevato (e rivelato) che cinesi, sudcoreani, cubani e venezuelani sono stati i maggiori richiedenti. Un judoka svedese, Marcus Nyman, ha confessato di aver avuto in poche ore 10 contatti. Ryan Lochte trova il metodo perfetto. Non devi perdere tempo nel corteggiamento. Del resto lo sciatore inglese Gus Kenworthy dichiarò, a Sochi dove i siti di dating ebbero il lancio, che era l’iscrizione la prima cosa che aveva fatto. Un account ha catalogato gli iscritti.
POCO SINCRONIZZATE
Chissà se la tuffatrice brasiliana Ingrid Oliveira ha usato il nuovo sistema per rimorchiare un atleta connazionale e portarselo in camera dopo aver espulso dalla stessa Giovanna Pedroso. La quale è andata a spifferare l’accaduto, probabilmente per chiedere asilo notturno in qualche stanza, magari non volendo prendere il posto nel letto dell’atleta prescelto da Ingrid. È successo un putiferio: quasi rissa fra le due ragazze. E questo sarebbe il meno: può succedere. Peccato che le due siano in realtà compagne di gara nei tuffi sincronizzati e che dunque la litigata produca effetti devastanti anche al momento di tuffarsi insieme nell’acqua verde melma della piscina.