Il Messaggero, 12 agosto 2016
Storia del sandalo Birkenstock (che compie 50 anni)
In principio erano solo comode, e per molti quasi anti estetiche. Oggi, invece, le Birkenstock festeggiano i 50 anni dei modelli più cool, con quell’attitudine glamour, che le ha rese calzature estive irrinunciabili sia per lui che per lei. Estremamente tedeschi e lineari nella forma, questi sandali, hanno vinto una scommessa stilistica non da poco, considerando che se è vero che la Germania, in campo politico abbia sempre avuto un certo potere, lo è altrettanto che nel mondo fashion abbia interpretato, nel tempo, il ruolo di Cenerentola nei confronti di altre nazioni che si sono distinte, nei secoli, per l’estetica e la classe di abiti, tessuti e dettagli. Vedi Italia e Francia. C’è allora chi si chiede da quando in terra teutonica abbiano cominciato a creare oggetti del desiderio amati dalle star, tanto da diventare un feticcio del guardaroba. E la risposta è semplice: da quando sono nate le Birkenstock.
L’IDEA
La storia vuole che tutto ebbe inizio nel 1774 in una cittadina vicino a Francoforte, Langen Bergheim, dove vi era un calzolaio, Johann Adam Birkenstock, l’antesignano. Alla fine del diciannovesimo secolo, quando le suole delle scarpe era tipicamente piatta, un discendente di Johan Adam, Konrad, creò un plantare sagomato che potesse avvolgere e supportare il piede, a cui seguì l’innovazione portata dalle solette di gomma flessibile da inserire all’interno di qualsiasi calzatura, che erano in grado di creare il cosiddetto Fussbett, letteralmente letto per il piede. La fama di scarpe ortopediche, a causa del plantare sagomato cominciò a circolare, soprattutto tra i tedeschi che erano convinti sostenitori della cultura termale, la quale prevedeva, oltre ai bagni lunghe passeggiate nei boschi, per le quali erano necessarie calzature comode.
MAL DI PEDI
Il sandalo che conosciamo oggi, con il plantare di sughero e lattice arrivò negli anni Sessanta del 900, con il figlio di Konrad, Karl Birkenstock, che sperimentò combinazioni di ingredienti inedite per ottenere un materiale leggero e resiliente che sostenesse, al contempo, il piede. Da qui, nel 1966, nacque il modello Madrid. Il successo internazionale, però, si deve al mal di piedi di una donna cosmopolita, Margot Fraser, una sarta di successo di Brema che in quegli anni sposò un americano e si trasferì in California. Il sollievo che le diedero il primo paio di Birkenstock, indossato mezzo secolo fa, la spinse ad importare lì le sue calzature.
All’inizio tanta è stata la reticenza del mercato statunitense verso un brand di scarpe che tralasciava l’estetica per la comodità, soprattutto considerando il periodo storico attraversato dall’America quando, guardando alla Germania, gli orrori della seconda guerra mondiale erano ancora vicini e le immagini di questi sandali, indossati dai tedeschi con i calzini bianchi non rispecchiava minimamente lo stile made in USA. Ma erano comode, comodissime, ed iniziarono presto ad avere fans. I primi furono i commercianti dei negozi di alimentari, che trascorrevano tutta la giornata in piedi. Erano decisamente dei sandali di rottura’, distruggevano ogni regola dell’estetica di quegli anni, e proprio per questo divennero il modello preferito dagli hippie che giravano il mondo con lo zaino in spalla al motto di Peace and Love.
I NUMERI
Il resto è storia recente. Il mercato americano continua a trainare, anche grazie a testimonial d’eccezione come le celebrities di Hollywood che, spogliate dagli abiti da sogno dei red carpet, le indossano nella vita di tutti i giorni. Julianne Moore, Jessica Alba, Heidi Klum, ma anche Alexa Chung e Leonardo Di Caprio puntano sulla comodità casual di queste scarpe. Il loro è un successo inaspettato, per buona pace degli uomini che hanno messo questi modelli dall’aspetto francescano al primo posto nella lista dei man repeller, una short list in cui sono presenti accessori e capi d’abbigliamento femminili da loro giudicati orripilanti e per questo poco sensuali.
Conti alla mano, in Italia, dal 1958 ne sono stati venduti 3 milioni e 500mila paia. Questo trend positivo è la conseguenza di un vero e proprio cambio culturale. Le donne abbandonano i tacchi perché capiscono che calzandoli assumono una postura scorretta e dannosa per la loro salute, sono quindi più consapevoli del loro corpo. Quest’estate, per celebrare le 50 candeline sono stati rivisitati alcuni modelli, tra cui i Zurich. Alle classiche tonalità matte, sabbia, nero e blu, si sono aggiunte nuances più frivole come il celeste e il rosso ed altre metal. La prossima sfida, attesa da star ed it girls, sono le calzature chiuse, ideali per l’inverno, che abbiano nella comodità il proprio valore aggiunto. Perché le Birkenstock o si amano o si odiano. Ma se si indossano una volta non si abbandonano più.