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 2016  agosto 12 Venerdì calendario

A Rio è il momento di Gregorio Paltrinieri

L’appartamento Morini, nella palazzina azzurra, deve essere affollato. Il tecnico, i due campioni da curare e il fisioterapista. Non si scappa, a letto presto: controllati e concentrati. Tutto quello che serve è dentro, almeno fino a oggi pomeriggio, fino alla batteria dei 1500 metri.
Gregorio Paltrinieri si sottomette alla clausura, pronto a testare i chilometri macinati negli ultimi quattro anni. Insegue un oro. Persino il record ed è «dedicato alla missione».
L’incognita dei rivali
Non sa contro chi dovrà giocarsela perché Sun Yang, regolarmente iscritto, può decidere di non partire. Non sa di cosa è capace il suo amico Mack Horton, che ha già vinto i 400 stile libero. Non sa quanto è forte la concorrenza perché conosce i suoi cronometri e secondo quelle cifre non ne ha. Queste sono le sue Olimpiadi: ci è arrivato in una condizione splendida, ha seguito un tragitto perfetto. Non le deve sbagliare, come dice il suo tecnico: «Sono un vestito cucito su di lui». Nel senso che ogni rifinitura, ogni dettaglio porta qui, in una vasca precaria che sarà smontata a Giochi finiti. In un posto finto che non somiglia a Rio ma contiene i Giochi che lui vuole ricordare.
Bookmaker a senso unico
Pronosticato vincente e non dall’Italia che tifa, ma dai bookmaker di tutto il mondo. Nelle quote di ogni esperto. È difficile vivere da oro sicuro prima di averlo preso, per questo quell’appartamento bunker al momento non è una costrizione, piuttosto un rifugio.Gabriele Detti ha già preso un bronzo, pure lui mira al podio nei 1500 sl ma ha già una medaglia, ha le energie ed è nella condizione ideale per evitare le ansie. Gregorio, le scansa di natura, solo che la posta adesso è davvero alta. È arrivato al Villaggio per ultimo, dal ritiro di Santos, isolato, marcato, trattamento riservato a chi deve lasciare un segno.
Già nel 2012 il suo allenatore lo proiettava a quattro anni dopo, lo lasciava con la briglia lenta perché si trovasse di fronte a tutto quanto è da evitare qui. Il trambusto della mensa, le chiacchiere infinite fino a tarda ora, la caccia agli autografi, l’intera trafila che in teoria si abbina alla comparsata da turista. Già così, con il trattamento Luna Park, un Paltrinieri ancora acerbo si è classificato quinto. Primo tassello di una crescita costante.
Una crescita costante
L’anno dopo, a Barcellona, è arrivata la prima medaglia Mondiale e si è scoperto che nella stessa città, dieci anni prima, un Paltrinieri bambino si era fatto portare a guardare Thorpe dal vivo e si era appeso il poster alla porta della camera. Un’ispirazione che lo ha spinto fino a lì: una volta sperimentato il podio non è più sceso.
Oro agli Europei di Berlino, oro ai Mondiali di Kazan, oro in vasca corta con primato mondiale, un tempo strappato a Grant Hackett, altro idolo, altra leggenda d’Australia, Paese che torna nella vita di Greg. Ci è stato per qualche mese, a Melbourne si è allenato con Horton e ora lo deve sfidare. Prima di questa avventura brasiliana ha chiuso l’avvicinamento con un record continentale agli Europei di Londra. Percorso completato. Non resta che presentarsi sul blocco.