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 2016  agosto 12 Venerdì calendario

Berlinguer, Pisapia, Saviano: la minoranza Pd in cerca di un Papa straniero

Con un mese di anticipo sull’apertura ufficiale della stagione venatoria, è cominciata la caccia. Una caccia anomala, però: la preda non è un uccello, un mammifero o un roditore. Bensì un Papa o una Papessa, possibilmente stranieri. E i cacciatori sono quelli della minoranza Pd, Bersani, Cuperlo, Speranza, Gotor, magari appoggiati dalle retrovie da D’Alema, Emiliano, Crocetta, Bassolino. 
Per ora stanno ispezionando il territorio e valutando il peso politico delle prede. E chi è partita in testa a tutti è Bianca Berlinguer, l’ex direttrice del Tg3 appena estromessa con un blitz estivo e che gode di una popolarità nel popolo di sinistra che va oltre qualsiasi aspettativa. Basti pensare che il suo profilo Facebook appena aperto è già seguito da migliaia di persone. Non è certo renziana, anzi, ha diretto per sette anni lo storico telegiornale seguito dalla sinistra italiana, ha una cultura politica e un nome ben radicati nella storia. In più – e non è poco – è una donna. Insomma sarebbe la Papessa perfetta. Sarebbe però, perché Berlinguer al momento è super impegnata a mettere a punto la sua nuova trasmissione, mezzora al giorno prima del Tg3. E poi non è facile decidere di abbandonare il giornalismo per la politica. Infine, c’è il referendum: ma questo è un problema che vale per tutti i papabili di cui si sta parlando in questi giorni. Se dovesse vincere il Sì sarebbe improbabile che qualche “straniero” si candidasse contro Renzi, sapendo di perdere. Altrimenti sarebbe un’altra partita.
Partita che potrebbero giocare, almeno nelle intenzioni dei dirigenti della sinistra dem, diversi personaggi: Giuliano Pisapia, Michele Santoro, Roberto Saviano, Lucia Annunziata e Massimo Giannini. Ognuno ovviamente si porta con sé pro e contro, tuttavia tutti godono di un certo consenso nel mondo della sinistra. Pisapia è stato un ottimo sindaco di Milano, non è del Pd. È uno dei politici più equilibrati e educati che ci siano in Italia pur senza retrocedere di un metro dalle sue convinzioni. È stato prima indipendente in Rifondazione e poi in Sel, ha guidato Milano con una giunta di centrosinistra. Con lui il Pd potrebbe chiudere l’epoca della vocazione maggioritaria per riaprire il discorso delle alleanze a sinistra. 
Certo, non è un uomo che buca il video come Berlinguer, Santoro, Saviano, Giannini e Annunziata. E di questi tempi, trovare qualcuno che sia capace di toccare il cuore del popolo prima del cervello è fondamentale (vedi Renzi). Se questa è la sfida, allora Santoro parte favorito. Lui conosce il mestiere, sa quali corde toccare, ha carisma e da uno schermo o da un palco è capace di trascinare le folle. È stato il “nemico” di Berlusconi, l’uomo che più di altri l’ha messo sotto pressione dalla televisione. Altro discorso sull’azione politica: qui Michele non possiede quelle armi fondamentali per giocare efficacemente e vincere. Discorso analogo per Saviano: piace alla sinistra anche se ha un’origine di destra, è l’uomo della legalità in un paese che vive di illegalità Può combattere ad armi pari con i grillini su questo terreno, anzi con più armi vista la sua storia e le sue competenze. Ma l’arte della politica non è il suo forte.
Invece Annunziata e Giannini la politica la conoscono bene. Magari non sono trascinatori di folle ma parlano quella lingua. Lucia poi nella sinistra c’è nata e cresciuta. Non le sfugge niente e nessuno, può parlare con chiunque senza timori reverenziali. E può anche mandare a quel paese chiunque. Il suo difetto, semmai, è la poca diplomazia. Sempre che abbia intenzione di lasciare la tv e la sua creatura («L’Huffington Post») per un’avventura politica più che incerta. 
Giannini invece non deve lasciare la tv, l’hanno brutalmente cacciato da «Ballarò». E questa cacciata è proprio la sua forza: non piaceva a Renzi, al suo giglio magico, e viceversa. Oltre alla politica, è un grande esperto di economia ed è capace di confutare qualsiasi promessa del premier. Forse tornerà a scrivere su «Repubblica» ma al momento potrebbe essere tentato da una nuova sfida. 
Sfida che però si aprirà sul serio solo dopo e se Renzi avrà perduto il referendum. In questo caso è probabile che il Pd anticiperà il congresso previsto per la fine del 2017, magari con Renzi che lascerà il posto a qualcuno dei suoi. E sarà a quel punto che scenderanno in campo Papi o Papesse. Chissà, magari assisteremo a un duello tra Bianca Berlinguer e Maria Elena Boschi.