Il Sole 24 Ore, 11 agosto 2016
Il petrolio e le estrazioni saudite da record
Continua a salire la produzione petrolifera dell’Arabia Saudita e dell’intera Opec. Il maggior esportatore dal mondo di greggio in luglio ha infatti estratto al ritmo record di 10,67 milioni di barili al giorno (mbg), contro i 10,55 mbg di giugno (il precedente record venne fissato a quota 10,56 mbg nel giugno del 2015). Il dato – che conferma il fatto che Riad stia continuando a portare avanti la propria strategia di mantenimento delle quote di mercato piuttosto che cercare di contenere il surplus complessivo di offerta – ha contribuito a far salire l’output dell’intera Opec a 33,11 mbg, 46mila bg in più rispetto al mese di giugno; si tratta del massimo dal 2008. E ad accelerare sulle estrazioni sono anche altri Paesi del Cartello, tra cui Iran e Iraq. Alla luce di questi incrementi – che stanno più che bilanciando i forti cali produttivi in atto in Nigeria e Libia – molti analisti ritengono anche la fase caratterizzata da eccessi di offerta possa proseguire a lungo.
I dati sono contenuti nell’ultimo rapporto mensile dell’Opec, che ha ricordato come lo scenario di medio-lungo periodo sul settore sia sostanzialmente invariato rispetto alle precedenti previsioni. La domanda per il petrolio Opec infatti viene indicata per il 2017 a 33,01 mbg, lasciando quindi ipotizzare un leggero surplus calcolato in 100mila bg (il mese scorso invece si parlava di un piccolo deficit). Da notare inoltre gli sforzi dell’Iran per potenziare la propria industria petrolifera. Entro i prossimi quattro o cinque mesi saranno infatti siglati contratti con le compagnie petrolifere straniere per la realizzazione di «mega-progetti». Lo ha sottolineato ieri il vice ministro del Petrolio iraniano per il Commercio e gli Affari Internazionale, Amir-Hossein Zamaninia, a pochi giorni dall’approvazione da parte del consiglio di gabinetto di Teheran del nuovo modello contrattuale per gli investimenti petroliferi nella Repubblica islamica. «L’importante è rompere il ghiaccio e quando le maggiori compagnie europee verranno e firmeranno i contratti, allora anche altre compagnie le seguiranno e otterranno una partnership nei progetti iraniani», ha spiegato Zamaninia, citato dall’agenzia locale Shana.
A confermare l’abbondanza della disponibilità di greggio sui mercati sono i dati sulle scorte settimanali Usa, in crescita – secondo l’Eia – di 1,1 mbg, contro le attese di un calo di circa un milione di bg. Per contro sono in risultate in calo le scorte di benzine e distillati. Che comunque restano a livello molto elevati. Tutti questi dati sono stati accolti da una serie di ribassi dei prezzi. Il Brent e il Wti, che avevano aperto la giornata in ripresa, nel pomeriggio hanno ripreso a scendere segnando ribassi superiori all’1,5 per cento.