La Stampa, 11 agosto 2016
Domani Irma Testa sale sul ring. Tutti a guardare la prima pugile italiana ai Giochi
Allena piedi svelti anche se ha voglia di volare, la Farfalla azzurra. Domani tocca a lei, Irma Testa, la prima pugile azzurra d’ogni tempo all’Olimpiade. «Sento la responsabilità di questo primato. E ora anche del fatto che siamo rimasti solo io e Vianello. Ma mi sento bene, buone sensazioni qui a Rio. Tutto a posto…». A 18 anni, sul ring di Rio la figlia di Torre Annunziata, che una farfalla l’ha tatuata anche sul braccio, insieme a una donna samurai. «Una onna-bugeisha, una nobile combattente giapponese. Mi rivedo in quella cultura, mi piace immaginarmi così. E ogni donna nasce guerriera».
Pronta a guerreggiare ai Giochi? «Prontissima. E devo dire che sono quasi tranquilla». Ieri era a vedere Clemente Russo: «Verdetto dubbio, così è la boxe…». Ogni tipo di colpo da parare, lei lettrice dei colpi delle avversarie come di libri. «Mi piace Dostojevski, di recente ho letto Il Piccolo Principe. E poi sì, le biografie di grandi personaggi, attori, scrittori, artisti. Chaplin è uno dei miei preferiti. Mi piace anche la pittrice Frida Kahlo, una donna che ha combattuto sempre il dolore della vita». Scrive le citazioni che ama. Dalla Kahlo: «Piedi, perché li voglio se ho ali per volare». Sul comodino al Villaggio cosa c’è, prima del debutto dei debutti? «In aeroporto ho preso “Il profumo” di Suskind». Profumo di medaglia? «Gli ostacoli sono tanti, ma io quel profumo lo sento da mo’, da una vita».
Le citazioni preferite
Sul ring, iniziata alla palestra Boxe Vesuviana del maestro Zurlo, dove a 12 anni seguì la sorella. E altra citazione amata, quella della scritta sui quattro gradini che là portano alle corde: «Sul primo respira forte, sul secondo raccogli tutta la concentrazione, sul terzo punta al tuo obiettivo, sul quarto carica tutta la forza che hai prima di buttarla fuori, varcata la soglia colpisci, colpisci e colpisci ancora, il tuo avversario non è mai migliore di te. Mai». Ora allenata da Emanuele Renzini, le restano gli insegnamenti di Zurlo, 80 anni che hanno attraversato il pugilato italiano. Senza mai lasciare il quartiere Provolera (la polveriera), anche durante il dominio del clan Gionta. Per «salvare» i ragazzi «andavo a prenderli a casa». Resistenza, pure negli anni più bui, quelli della strage di Sant’Alessandro che poi portò all’assassinio del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra. Resistenza, non arrendersi mai, insegnamento per Irma.
Avversarie quotatissime
Domani affronta l’australiana Shelly Marie Watts, campionessa del Commonwealth. E nei quarti possibile sfida contro l’iridata Estelle Mossely, francese candidata all’oro, studentessa di ingegneria informatica che dopo Rio sposerà il collega Tony Yoka. Nei pesi leggeri l’altra favorita è Katie Taylor, campionessa in carica (pugilato femminile introdotto a Londra 2012), già calciatrice con 19 presenze nell’Irlanda: lei prima dei match legge passi della Bibbia. Nei Mosca occhi puntati sulla britannica Nicola Adams, che iniziò perché da bambina, un giorno, mancava la babysitter e la portarono a un doposcuola di pugilato. Nei Medi la statunitense Clarisa Shields, infanzia tremenda con padre in carcere, stuprata dal nuovo compagno della madre che non le credette, cresciuta con la nonna. Da Flint, Michigan, devastazione post-industriale raccontata da Moore, il documentario su di lei da due anni commuove gli States. L’Italia ora vuole emozionarsi con il documentario sulla Farfalla.