la Repubblica, 11 agosto 2016
L’argento per Elisa
Elisa delle gioie, Elisa dei rimpianti. Bye bye Dream Team, ragazze del fioretto rosa che dal ’92 portavano a casa l’oro, tra individuale o squadra. Resta Elisa Di Francisca col suo argento di resistenza, di rimonta, di vertigini, con tante parole, le sue parole mai scontate, per dire “peccato”: «Sono stata una leonessa che non si è voluta rompere il naso, sono stata una stupida». Con un gesto che lascia il segno, alla premiazione con la bandiera europea in mano: «Volevo mandare un messaggio, l’Europa esiste, è unita, solo uniti possiamo superare le barriere di chi ci vuole chiusi in casa. Mi riferisco a quanto successo a Bruxelles e Parigi. Dobbiamo volerci bene, amarci, non avere paura l’uno dell’altro. Il terrore non vincerà. Ora brindo, festeggio. Con la scherma non smetto».
Finisce un’epoca che seguiva quella della Trillini, a bordo pedana come maestra di Elisa, quella della Vezzali, appena ritiratasi, e un possibile ciclo Di Francisca se dopo la vittoria di Londra, a Rio si fosse presentata una leonessa col naso sanguinante contro la russa Inna Deriglazova. Ma di sangue ne era già scorso parecchio, negli anni scorsi, quando a lasciare Elisa era stato Stefano Cerioni, ct a Londra e suo maestro a Jesi, che ha accettato la proposta della federazione russa, e si è capito ieri quanto sia costato quell’addio alla scherma italiana. Perché Di Francisca contro Deriglazova, quattro anni fa, non avrebbe avuto storia. Ma in finale, la russa ha saputo trattenere il panico quando l’azzurra è andata 3-0 dopo la prima manche, per poi trovare le linee e il bersaglio durante il black out di Elisa. Sette stoccate di fila in una manche, in attesa del duello finale, partito dal disperato 12-7, quando Elisa si è saputa arrampicare fino al 12-10 a quattordici secondi dalla fine, e al 12-11 a due secondi e mezzo, quando il cronometro ha finito la corsa all’oro del nostro fioretto, a secco l’ultima volta nel 1988.
«Sono una guerriera, ho dato tutto quello che potevo, non il meglio di me perché so fare anche un’altra scherma» racconta Elisa, senza mai prendersi sul serio, con la voglia continua di farsi una risata, e subito dopo fumarsi.