Corriere della Sera, 11 agosto 2016
Ray Ewry, il poliomielitico americano che conquistò tre ori a Parigi. Era il 1900
Ragazzo, rassegnati: non tornerai più a camminare.
Colpito nell’adolescenza dalla poliomielite, l’americano Ray Ewry si ribellò al destino che lo costringeva alla sedia a rotelle, diventando il re dei salti da fermo (alto, lungo e triplo), che dall’edizione olimpica del 1900 affiancarono le specialità con rincorsa: a Parigi conquistò tre ori nello stesso giorno, a St. Louis quattro anni dopo il bis, a Londra 1908 due (e al totale vanno aggiunti altri due ori conquistati nei cosiddetti Giochi intermedi del 1906).
La potenza sprigionata dalle sue gambe, che allenò duramente anticipando i principi della ginnastica isometrica, gli valsero l’appellativo di «rana umana»: da fermo, Ewry era in grado di saltare 1,65 in alto, 3,47 nel lungo e 10,58 nel triplo.
Vinse l’ultima medaglia d’oro a 34 anni, e cercò di qualificarsi, senza riuscirci, anche per l’Olimpiade di Stoccolma. Dopo quell’edizione, il Cio decise di abolire totalmente i salti da fermo.
Ewry morì nel 1937 a New York, dove si era trasferito esercitando con successo la professione di ingegnere.