Corriere della Sera, 10 agosto 2016
Sotto quella pioggia di milioni Pogba è a rischio balotizzazione
«Se Dio esistesse, sarebbe un solido centrocampista», è la tesi di Aleksandar Hemon, uno scrittore che ha dedicato alla guerra e alla fratellanza prodotte dal calcio (giocato nella sua città di nascita, Sarajevo, o in quella dove è andato a vivere, Chicago) alcune indimenticabili pagine. Se questo è vero, bisogna sperare, al contrario, che un solido centrocampista non creda di essere Dio. Alcuni indizi lo fanno temere.
Parliamo di Paul Pogba, la mezz’ala francese ceduta dalla Juventus al Manchester United per 110 milioni di euro. È probabile, nonostante che si tratti della cifra più alta mai pagata, che la squadra inglese abbia fatto un buon colpo dal punto di vista economico, visto il giro di affari che un acquisto del genere scatena. Ma non è questo il problema. L’importante è che il profumo dei soldi non dia alla testa. Se proprio necessario, preferiamo le assurde capigliature dei giocatori al cappello di Napoleone. «Voglio diventare una leggenda», ha detto recentemente Pogba. Secondo Le Monde una delle ragioni per cui il gigante francese è diventato il giocatore più caro della storia del calcio è il suo essere un «fenomeno di marketing». Anche perché è un personaggio. Sarà così. Ma alcuni suoi atteggiamenti, e una certa tendenza al disimpegno improvviso, non escludono il rischio di una «balotizzazione». Certo, non è l’unico a sparare parole come palline di cerbottana. Con lui, appena arrivato dal Paris St. Germain, giocherà Zlatan Ibrahimovic. Non dimentichiamo che questo ex acrobata dell’area di rigore ha dichiarato che avrebbe potuto salvare, se avesse voluto, la popolarità del presidente francese François Hollande. Il calcio è parte della nostra vita. Ma, come un capolavoro del cinema, andrebbe goduto nella sua lingua originale. Il silenzio.