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 2016  agosto 10 Mercoledì calendario

Tutti pazzi a Rio per la skyball di Carambula

Tutti pazzi per la skyball. Palla servita in alto al cielo, ma davvero, su su fino a 30 metri, col vento dall’Oceano che la schiaffeggia, col sole che la succhia nella luce e i riflettori della sera pure. La battuta che spinge il beach volley ai confini della realtà. Ormai detta la Carambula, nome omen, perché il suo sacerdote è Adrian appunto Carambula, l’italo uruguiano di 28 anni cresciuto a Miami che in coppia con Alex Ranghieri (27) è già agli ottavi di finale a Rio.
A Copacabana non si parla d’altro che di lui, di Mr. Skyfall come lo ha battezzato qualche anno fa il tedesco Julius Brink. Tutti con gli occhi su verso quella sassata alle stelle. Pochi la fanno, anzi quasi nessuno, figuriamoci nel tempio del beach. «Ma da quando ero ragazzino e giocavo a Miami, mi dicevo che dovevo essere un giocatore diverso, creativo, per sfondare tra i grandi. La skyball è parte del mio stile, aggressivo». Più che altro, misterico. Tanto che quando va alla battuta sulla spiaggia la colonna sonora è Adele in “Skyfall” (da James Bond). Intrigo, suspence, deliziosa farabuttagine. E tanta cultura pop. Di strada, orfanotrofi e sabbia. Genesi complessa e controversa.
In Italia si associa alla cosiddetta “coreana”, battuta molto alta diffusa negli anni ’50, specie tra i giocatori della Villa d’Oro Modena che avevano a che fare con le armate del volley dell’est. Se c’è un padre italiano, si dice che sia Mino Bordini della Ferrovieri Parma, campioni d’Italia 1950 e 1951, in piena guerra di Corea. Aveva tratti vagamente orientali, era cresciuto nell’orfanotrofio cittadino. E giocava all’aperto, Bordini, guardando le stelle. Ma negli stessi anni la giocavano anche in Brasile e la chiamavano Jornada nas Estrelas, che è il nome portoghese di Star Trek e rende bene l’idea. La stella verdeoro Bernard Rajzman del campionato italiano anni ’80 (Modena e Mantova), la faceva: “alla Rajzman”, un suo video su YouTube ha raccolto 80mila visualizzazioni. Tanti l’hanno provata, brasiliani ancora, come Giovane Gavio che nei primi ‘90 era a Padova e Ravenna. E pure l’italo cubano Osmany Juantorena ora in nazionale, ogni tanto la prova insieme a Ivan Zaytsev, l’azzurro nato a Roma da genitori russi (padre palleggiatore ex Urss). Però va detto: somiglia tanto a quella “a volo di rondine” di Nami Hayase, la scontrosa avversaria poi amica di Hazuki in Mila & Shiro, il manga anni ’80 che ha cresciuto una generazione di pallavolisti. «Io l’ho cominciata a fare perché da bimbo a Miami avevo tanto tempo libero» sintetizza Carambula. «Il servizio è la testa. E gli avversari non sanno mai come reagire a una palla che arriva così, non si allenano per questo. La skyball è il mio arsenale». Sasso invisibile dal cielo.