La Stampa, 10 agosto 2016
Il Qatar si è comprato 11 giocatori su 14 per la pallamano
Quattordici giocatori con la mano sul cuore, mentre suona l’inno del Qatar. È un’Olimpiade storica per l’emirato del deserto pieno di soldi: a Rio ha per la prima volta una sua squadra. E sta facendo un sacco di rumore. Perché tra i 14 della pallamano i qatarioti sono appena tre. La percentuale è più o meno quella della popolazione (250 mila nativi su 2 milioni), ma nello sport un ammasso di naturalizzati del genere non si era mai visto. «È una All Stars, un falso di squadra», tuonano da due anni nell’ambiente dell’handball, che l’Italia non ha mai frequentato a livello olimpico, avendo un’attività piuttosto trascurabile. Il Qatar ha però fatto tutto senza infrangere le regole, come invece non è stato per ottenere il Mondiale 2022 di calcio, dopo quello 2019 di atletica.
Acquisti nel mondo
La Federazione internazionale consente infatti la naturalizzazione di chi da tre anni non veste più la maglia di una Nazionale. Dopo essersi aggiudicato l’organizzazione del Mondiali 2015, il Qatar ha fatto razzia e, a colpi di assegni da 40-50 mila euro, ha «comprato» giocatori di esperienza e qualità. Con due soli «locali» e la guida tecnica di Valero, oro con la sua Spagna nel 2013, ha sorpreso tutti finendo 2º a Doha dietro la Francia, tra le polemiche per gli arbitraggi casalinghi e l’ingaggio persino dei tifosi, pagando 60 spagnoli. Sabato ha debuttato ai Giochi con un qatariota in più. Ma chi conta arriva da Montenegro, Francia, Spagna, Croazia, Cuba, Egitto e Siria. Poi c’è Saric, ex portiere del Barcellona, che spiega tutto: «Con la mia Bosnia non avrei mai potuto fare le Olimpiadi. Qui guadagno bene e sarò qatariota solo finché durerà il mio contratto». A Rio, i più odiati del torneo hanno strapazzato la Croazia per poi perdere secco con la Francia. In nove hanno più di 30 anni, Saric addirittura 39. Ricchi, ma vecchi. Basta per il podio?