La Stampa, 10 agosto 2016
In Spagna un governo è più vicino
Sei condizioni per poter dire sì a un governo. Ciudadanos, il nuovo partito centrista, tenta di sbloccare una situazione paralizzata di fatto da nove mesi, durante i quali cervellotici negoziati hanno prodotto solo una ripetizione elettorale e la minaccia di un terzo round indigeribile per l’Europa (che ha appena graziato Madrid). Il giovane leader liberale Albert Rivera oggi vedrà il premier uscente e alla riunione si presenterà con sei richieste precise, incentrate sulla lotta della corruzione, il punto debole del Partito Popolare, travolto da scandali a tutti i livelli. Nella sua agenda di «rigenerazione democratica» Ciudadanos propone di abolire l’immunità parlamentare (a rischio processo sarebbe la ex sindaca di Valencia Rita Barberá), rimuovere le cariche pubbliche indagate per corruzione, l’istituzione di una commissione parlamentare sul finanziamento illegale del Pp, la fine degli indulti, il limite di due mandati per i parlamentari e una nuova legge elettorale.
Per Rajoy non sarà facile dire di sì, alcune proposte sembrano scritte apposta per colpirlo, ma al premier poteva andare peggio. In fondo, si ragiona a Madrid, Rivera avrebbe potuto chiedere un passo indietro a Rajoy (cosa che ha ripetuto decine di volte in campagna elettorale) ma non lo ha fatto. Il premier facente funzione risponderà oggi direttamente al suo interlocutore. Se tutto dovesse andare liscio, Ciudadanos al dibattito dell’investitura (per prendere tempo la data non è ancora stata fissata) potrebbe passare dall’annunciata astensione, a un voto favorevole. I numeri non basterebbero, ma a quel punto a Rajoy mancherebbero solo sei voti per raggiungere la maggioranza assoluta (176 seggi) e tornare alla Moncloa. Il passo successivo: se i centristi voteranno sì, la pressione sui socialisti salirà ancora. Il leader Pedro Sánchez non si muove di un millimetro dal rifiuto categorico, ma il partito è in subbuglio, la vecchia guardia (ispirata da Felipe González) vuole astenersi e, per il segretario, tenere la linea sarà complicato sempre più. Con un margine così ridotto basta qualche aereo perso, qualche linea di febbre o una permanenza alla toilette di pochi deputati ed ecco che i popolari si troverebbero al governo. «Non siamo italiani», ripetono gli spagnoli, ma le differenze sono sempre più sfumate.