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 2016  agosto 10 Mercoledì calendario

Breve storia di Aleppo e dei suoi guai

Come molte altre località tra Siria e Iraq, Aleppo (in arabo Halab) è città antichissima, le cui origini risalgono a millenni prima di Cristo. Nel fiorire delle civiltà che si succedettero nel territorio tra Babilonia ed Egitto, la città compare sovente come centro assai più importante di Damasco. La sua è, in fondo, la grande storia dei potentati della regione che videro in Aleppo un centro fondamentale per controllare la a regione che la circonda. Assiri, Achemenidi persiani, Alessandro Magno, fino alla conquista romana nel primo secolo prima di Cristo, si alternarono lasciando il loro segno. Aleppo diventò in seguito sede episcopale con il trionfo del cristianesimo, conobbe le grandi divisioni della Chiesa che in tutta la regione lasciò svariate comunità di riti diversi. Le Chiese orientali, ortodosse, quelle cattoliche e soprattutto armene hanno avuto qui i loro centri più importanti del Vicino Oriente nel corso dei secoli.
Sotto il controllo bizantino tutta la regione fu particolarmente fiorente e Aleppo fu seconda solo ad Antiochia per prestigio e dimensioni. Ma Aleppo aveva un grande vantaggio che ne garantì longevità e ricchezza: la vocazione commerciale e una posizione unica. Fu, infatti, uno degli snodi della Via della seta, cosa che ne ha forgiato nei secoli anche la vocazione culturale, come luogo di scambio intellettuale e di attività di ogni genere.
La conquista musulmana non fece che ampliare queste possibilità e capacità. Se Damasco divenne ben presto, anche se per poco tempo, la capitale califfale tra i secoli settimo e ottavo d.C., Aleppo si ritagliò un ruolo non meno importante nell’età successiva. Fu sede di un emirato indipendente che nel decimo secolo vide fiorire una delle corti più celebrate nella storia araba. L’emiro hamdanide Sayf al Daula accolse presso di sé figure come al Mutanabbi, uno dei più famosi poeti arabi, il filosofo al Farabi, e anche Abu al Faraj al Isfahani che scrisse il Libro dei canti, dedicato a Sayf al Daula, che è la più celebrata raccolta antologica della poesia classica e un’opera unica che occupa decine di volumi. Ma Sayf al Daula fu anche patrono tollerante della diversità religiosa islamica. Egli stesso era sciita e accolse presso di sé anche Al Khasibi, il fondatore della setta alauita che ebbe ad Aleppo il suo primo centro di propaganda, prima di trovar rifugio sulle montagne siriane. Fu in fondo una breve stagione quella di Sayf al Daula, ma sufficiente a consegnare la città alla storia della cultura araba e farne per i secoli successivi luogo privilegiato di intellettuali e letterati. Da Aleppo proviene ad esempio il più antico manoscritto delle «Mille e una notte». Le brevi riconquiste bizantine, assedi crociati e la temperie mongola nel tredicesimo secolo non ne hanno intaccato prestigio e vocazione.
La conquista ottomana agli inizi del 1500 permise ad Aleppo di sviluppare la sua vocazione commerciale come ponte unico tra l’Oriente e il Mediterraneo. Durante la dominazione ottomana Aleppo continuò così ad essere una delle città più importanti dell’impero dopo Istanbul e Il Cairo. Nessun’altra città ad oriente del Mediterraneo poteva però rivaleggiare con Aleppo per varietà di comunità presenti e per connessioni con il resto del mondo islamico.
Le potenze europee in espansione posero qui i loro consolati e Aleppo fu la meta obbligata di viaggiatori che si affacciavano sempre più numerosi sulle rotte verso Est. Tutto ciò era favorito da una città con consistenti e attive minoranze ebraiche e cristiane, oltre che da un numero di residenti europei che a lungo non ebbe pari nel mondo islamico. A metà del ventesimo secolo i cristiani, ad esempio, costituivano ancora un terzo della popolazione di Aleppo. Tutto ciò concorse a consolidare e sviluppare attività commerciali in ogni direzione che, ad esempio, portarono a realizzare quello che fu il più grande suq coperto di tutto il mondo islamico che solo la guerra civile in corso ha potuto ridurre in macerie.
I grandi cambiamenti che percorsero l’età moderna e poi quella contemporanea cominciarono a portare i segni del declino per Aleppo. Con il controllo europeo mandatario e poi coloniale, la città progressivamente perse la sua sfera di influenza e il suo ruolo commerciale. Si acuì invece la rivalità con Damasco che cominciò a prendere connotazioni politiche sempre più accese.
Il ventesimo secolo vide spesso i potenti mercanti di Aleppo sostenere opzioni politiche o schieramenti invisi ai damasceni. Sotto molti aspetti proprio la nascita della Siria moderna ne ha approfondito l’isolamento e generato una contrapposizione sempre più feroce. Aleppo città più popolosa, ricca ed aperta, è stata deliberatamente ridimensionata. L’entroterra e gli accessi al mare sono stati limitati e l’isolamento portato dal regime degli Assad ne ha contratto sempre più la vocazione internazionale.
La secolare rivalità con Damasco ha spinto spesso Aleppo su posizioni antigovernative e gli Assad l’hanno ripagata privilegiando Damasco, senza lesinare la loro tipica crudeltà repressiva. La distruzione sistematica e progressiva di Aleppo a partire dal 2011 è in fondo l’ultimo capitolo di questa storia più recente e l’ennesimo passo di un regime, quello degli Assad, dedito alla sistematica cancellazione dei propri oppositori.