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 2016  agosto 09 Martedì calendario

In morte di Marianne Ihlen, amante e musa di Leonard Cohen

Dicono le cronache che sul letto di morte Marianne abbia ricevuto l’ultimo messaggio di Leonard: «Ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza, ma non serve che io ti dica di più poichè lo sai già. Adesso, voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica. Amore infinito. Ci vediamo lungo la strada». Dicono che si sia addormentata per sempre ascoltando Bird on the wire.
È bello pensare che sia andata davvero così.
Di Marianne Ihlen, amante e musa di Leonard Cohen, appena scomparsa a ottant’anni, resteranno per sempre nei nostri cuori una fotografia e una canzone. La fotografia è sul retro della copertina di Songs from a room, il secondo album del cantautore e poeta canadese (1969). Marianne è la giovane donna bionda che sorride timidamente all’obbiettivo seduta al tavolo spartano di una casetta sull’isola greca di Idra, davanti a una macchina per scrivere dove – immaginiamo – Leonard sta per dare vita a qualcuno dei suoi capolavori. Un ritratto che sa di bellezza, gioventù, freschezza e di quell’aria ribalda, da rivoluzione imminente, che si respirava negli anni Sessanta, il tempo dei ragazzi pieni di sogni che volevano cambiare il mondo.
La canzone è una delle più belle di sempre: So long, Marianne, con quell’indimenticabile ritornello che fa: “Ciao ciao, Marianne, è tempo per noi di cominciare/ a ridere e piangere e piangere e ridere di tutto quanto ancora”. È una canzone che ha il retrogusto dolce e amaro dell’amore finito. Sono i paradossi della passione. Quando Cohen scrive questa canzone, la storia con Marianne, iniziata nel ’60 nel microcosmo cosmopolita di Idra, è già finita. E dire che, prima, Cohen era stato così preso di lei da seguire Marianne nella sua casa di Oslo, nella fredda Norvegia. E scrivere al suo grande amico Irving Layton: «Marianne sembra aver resistito al tempo e mandato in fallimento tutte le donne che ho conosciuto dopo di lei. Ora devo studiare il suo mistero anche qui in mezzo alla neve. E così bionda per il mio cuore!».
Sembra il preludio di una di quelle monogamie leggendarie, e invece è l’ennesimo sussulto di un cuore costituzionalmente incapace di amare una sola donna alla volta. Ma dopo tutto non ha nessuna importanza. Finché Marianne continuerà a sorridere dalla casa di Idra, finché le note della sua canzone continueranno a risuonare.