Corriere della Sera, 9 agosto 2016
Paul Pogba vale 110 milioni di euro?
Quando si tratta di soldi, le fonti non concordano mai: nell’estate del 2009 il 16enne Paul Pogba arrivò al Manchester United per 200 mila euro da dividere tra mamma e papà, almeno secondo il presidente dell’Havre che lo aveva cresciuto. Per l’entourage del giocatore erano bastati una maglia col proprio nome, un libro sulla storia dei Red Devils e un mazzo di fiori per la signora Yeo Moriba. Da ieri il ritorno a casa più caro della storia coincide col trasferimento che batte tutti i record: anche qui le versioni sono diverse: tra i 110 e 120 milioni. In ogni caso per la Juventus è la madre di tutte le plusvalenze, dato che nel 2012 aveva strappato Pogba per un milione di indennizzo.
Tutti contenti
Sir Alex Ferguson ci mise una pietra sopra: «Onestamente preferisco vederlo lontano da qui». Il Polpo, anche di recente, prometteva: «Mai più allo United», dove secondo la mamma era stato umiliato. Ma oggi, a parte il vecchio Fergie, sono tutti contenti: il calciatore, reduce da un Europeo meno rutilante della telenovela di mercato, triplica il proprio ingaggio da 4,5 a 13 milioni (più bonus). Il procuratore Raiola si gode la coppia d’oro, il giovane Pogba e il vecchio Ibra, nella squadra più ricca del campionato più ricco. José Mourinho non vede l’ora di mostrare a tutti quanto sbagliava il maestro scozzese, che nel 2011-12 fece giocare appena 7 partite al 19enne Paul, continuando a ripetergli: «Arriverà il tuo momento». Senza capire che il cavallino scalpitava per giocare, segnare e far sognare.
Centrocampista unico
Dopo quattro stagioni e molti (troppi?) milioni, adesso ci siamo, con un’altra anomalia. Non secondaria. Perché nei dieci trasferimenti più costosi di sempre, il primo posto adesso è occupato da un calciatore che, per il ruolo che ha in campo, non è destinato a segnare e a far segnare decine di gol a stagione. Pogba alla Juventus ha fatto la differenza in Italia ed è l’unico nei grandi campionati ad aver fatto almeno 20 reti, 20 assist e aver recuperato 600 palloni negli ultimi tre tornei. In sintesi: un centrocampista come lui resta unico, anche se in Champions di gol ne ha fatti appena 2 in 4 stagioni e con la Francia, tra Mondiale ed Europeo non ha fatto quel salto di qualità che tutti attendono, soprattutto a livello di leadership.
Stella (anche del marketing)
Il Polpo, con gli occhiali e lo zaino dorati, che scappa da telecamere e taccuini nella zona mista dello Stade de France dopo la finale del 10 luglio persa contro il Portogallo deRonaldizzato, non è sembrato un mostro di personalità. Ma dopo essere stato svezzato da Antonio Conte, Pogba è pronto a far vedere a Mourinho i suoi tanti decantati margini di miglioramento, che si basano su un mix di fisicità e tecnica molto raro. Ma per i detrattori c’è sempre il sospetto che un giocatore pagato più di Bale, Cristiano Ronaldo, Higuain, Neymar o Suarez, sia anche un prodotto del lavoro di marketing e di occupazione mediatica svolto con grande presenza scenica dal burattinaio Raiola. La collocazione che Mourinho sceglierà per Pogba non è ancora certa: il francese ha giocato le partite chiave dell’Europeo accanto a Matuidi, davanti alla difesa nel 4-2-3-1, rielaborato in corso d’opera da Deschamps. A Manchester, Paul potrebbe giocare lì, accanto a Carrick. Oppure, più facilmente come mezzala sinistra nel 4-3-3.
Addio già metabolizzato
E la Juventus? Ha venduto senza essere costretta a farlo e ha potuto fissare così il prezzo. Ma non si è fermata al compiacimento per un’operazione di mercato senza precedenti, anzi ha rilanciato e giocato d’anticipo. Perché prima di annunciare il trasferimento della sua stella ha chiuso il colpo Higuain: il popolo, che fino all’ultimo giorno ha cantato «Non si vende Pogba», è stato così messo nelle condizioni di metabolizzare subito la partenza di un giocatore amatissimo, per le sue magie e i suoi sorrisi. Non negli ultimi due mesi però, a causa della gestione mediatica della vicenda da parte sua e di Raiola, tra tweet ambigui, depistaggi o autografi sulle maglie di United e Juve. Allegri dopo aver perso Vidal, Pirlo e Tevez un anno fa, adesso può contare anche su Pjanic e Pjaca. E aspetta l’ultimo colpo a metà campo, considerato che Marchisio è fermo ai box e Khedira ha la tessera fedeltà dell’infermeria. Ben sapendo che nessuno è come Pogba. E magari anche per questo sarà più facile dimenticarlo. Più o meno in fretta.