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 2016  agosto 09 Martedì calendario

Dieselgate, per Volkswagen una maximulta da 5 milioni solo per le 700mila auto alterate in Italia. Le bugie costano care

Dieselgate, l’Antitrust punisce Volkswagen. Non tanto per il valore dell’ammenda, pari a 5 milioni di euro, il massimo possibile secondo le norme in vigore nel nostro Paese. Ma per le motivazioni. Il caso che in Italia ha coinvolto circa 700 mila vetture, è stato bollato duramente dal Garante: la casa di Wolfsburg avrebbe «posto in essere una pratica commerciale scorretta». Nella sostanza avrebbe mentito ai consumatori quando affermava nei suoi depliant di avere una «particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle auto».
«Alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, questi sono messaggi che possono indurre in errore i consumatori – le cui associazioni esultano alla notizia della multa – con riferimento alla vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonché alle affermazioni del rispetto delle normative». Una «condotta scorretta ai sensi del Codice del Consumo», si legge nel dispositivo del Garante, «gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale, idonea a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta che non avrebbero altrimenti preso, se consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati».
Insomma, di green nelle vetture fornite a partire dal 2009, c’era ben poco. Perché l’omologazione dei motori diesel entrati nel mirino, come aggiunge l’Authority, «è stata ottenuta attraverso l’utilizzo di software in grado di alterare il comportamento del veicolo durante i test di banco per il controllo delle emissioni inquinanti».
Non si è fatta attendere la replica della casa tedesca: «Nel corso del procedimento, avviato ad ottobre, le società hanno collaborato pienamente con la massima apertura e trasparenza al fine di consentire l’accertamento dei fatti. Volkswagen Ag e Volkswagen Group Italia tuttavia ritengono che la decisione dell’Agcm presenti fondati motivi di impugnazione e pertanto presenteranno ricorso al Tar». Ma nelle stesse ore in Germania un tribunale spiana la strada al primo “processo pilota”: il Dieselgate potrebbe costare nel Paese d’origine altri 4 miliardi.