Corriere della Sera, 9 agosto 2016
Ecco chi è Evan McMullin, il repubblicano anti-Trump che si candida da indipendente
A prima vista sembra quasi uno scherzo: dopo aver cercato invano di convincere personaggi di rango come Mitt Romney a candidarsi per fermare un miliardario che considerano lo sfasciacarrozze della politica repubblicana, il fronte «never Trump» ha alla fine messo in pista Evan «chi è costui?». McMullin, quarantenne sconosciuto: un mormone ex agente della Cia, settore antiterrorismo, che fino a qualche tempo fa passava il suo tempo a cercare di rendersi invisibile (dice di aver lavorato per dieci anni in «territorio ostile», pare in Medio Oriente), mentre ora ha il problema opposto: farsi conoscere – e in fretta – da un Paese che va alle urne tra 90 giorni.
Come si possa pensare che un giovanotto che fino a ieri aveva 135 «followers» su Twitter e che si è presentato su Facebook con una foto nella quale ha un’aria un po’ depressa possa sfidare il prorompente e dirompente Trump è cosa, per ora, abbastanza misteriosa. I bene informati che ieri mattina hanno anticipato la notizia – il sito Buzzfeed, la rubrica televisiva del mattino Morning Joe, la rete Abc – hanno fatto capire che prima o poi spunteranno sostenitori forti ad appoggiare la candidatura di McMullin. Che avrebbe alle spalle ricchi finanziatori.
Finora, però, si è esposto solo Rick Wilson, uno stratega repubblicano della Florida, area Marco Rubio, a sostenere una candidatura che ha tutto l’aspetto di un’operazione disperata e, comunque, molto costosa: in 20 Stati americani i termini per la presentazione dei candidati sono già scaduti. L’ex della Cia potrebbe presentarsi solo in una trentina di Stati, ma dovrebbe muoversi subito: ha bisogno di migliaia di firme per poter depositare la sua candidatura. La raccolta richiede un investimento consistente e tempo. Ma più tempo passa, più aumentano gli Stati nei quali scadono i termini per le candidature.
McMullin farà sicuramente in tempo a iscriversi nello Utah: l’unico Stato nel quale, da mormone e da ex studente della locale Brigham Young University, è abbastanza conosciuto. Nello Utah Trump rimane un candidato a dir poco indigesto, mentre Romney – qui sempre popolare – potrebbe appoggiare il giovane sfidante. Sono in molti, quindi, a ipotizzare che quella di McMullin sia solo una candidatura di disturbo: messo in pista per togliere qualche voto a Trump e fargli perdere almeno lo Stato dei mormoni.
La campagne del 2016, però, è stata piena di colpi di scena. Evan è partito tardi, ma con lo slogan «non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta» pensa di poter risalire la china. Dopo la sortita dell’ex capo della Cia Michal Morell – un conservatore che, denunciata l’inaffidabilità di Trump, si è schierato con la Clinton – la mossa di McMullin conferma che la comunità responsabile della tutela della sicurezza del Paese diffida profondamente di Trump, anche quando è di idee conservatrici.