la Repubblica, 9 agosto 2016
Un blackout ha mandato in tilt i computer della Delta: voli nel caos in tutto il mondo
Rilanciate dalle televisioni americane e dai media di tutto il mondo, le immagini dei passeggeri bloccati ieri a Roma-Fiumicino e Milano-Malpensa, cioè delle prime “vittime” del disastro elettronico della Delta, hanno subito fatto capire l’entità del caos nei cieli e, assieme, la vulnerabilità del trasporto aereo. È bastato, infatti, che alle due e trenta di lunedì notte, quando in Italia erano le 8.30 di mattina, ci fosse un improvviso (e ancora misterioso) blackout elettrico nel quartiere generale della Delta ad Atlanta, in Georgia, per mandare in tilt i sistemi informatici di una delle più grandi compagnie aeree e bloccare tutti i suoi voli, con l’eccezione di quelli già decollati.
A Fiumicino e in centinaia di altri aeroporti si sono subito formati bivacchi di passeggeri stanchi, confusi e soprattutto irritati per la mancanza di informazioni da parte della società. In altri scali, come quello di Richmond, in Virginia, i dipendenti della Delta hanno cominciato a scrivere a mano le carte d’imbarco, che non potevano più essere stampate con i computer. «Stiamo tornando ai vecchi tempi», ha ironizzato Bryan Kopsik, un giovane passeggero: «Magari ci faranno di nuovo fumare sugli aerei e ci daranno un pranzo da gourmet…».
Al di là delle battute, è trascorso molto tempo, ieri, prima che la Delta si scusasse con un tweet con i clienti e assicurasse loro che avrebbe risolto il problema appena possibile. I primi segnali di un lento ritorno alla normalità si sono visti solo dopo sei ore. E comunque l’incidente ha portato, oltre a un migliaio di ritardi, alla cancellazione di 365 voli sui 6mila giornalieri, causando gravi problemi per viaggiatori e turisti: in questo periodo di intenso traffico estivo, infatti, in cui gli aerei sono sempre strapieni, non è facile trovare spazio in voli successivi a quello cancellato o su rotte alternative. La Delta ha comunque promesso che fino a venerdì rimborserà i voli non effettuati e non chiedere le penali previste per i cambiamenti.
Già nei mesi scorsi c’erano stati disastri simili: a luglio, ad esempio, un router difettoso nel network della Southwest airlines aveva portato alla cancellazione di 2mila voli (e alla richiesta di dimissioni del chief executive della compagnia da parte dei sindacati). Sempre a causa di un guasto nei computer, la United Airlines è stata costretta a bloccare la sua flotta per due ore, causando quasi 5mila ritardi. La realtà, spiegano gli esperti, è che i giganti dei cieli sono sempre più alla mercé dei loro mega-sistemi informatici che controllano tutto, dall’operatività dei voli ai turni dell’equipaggio, dalle carte d’imbarco alle App degli smartphone. Così basta poco per mandare tutto in tilt.
Nel caso della Delta, la colpa per l’interruzione della corrente elettrica non è stata della azienda locale, la Georgia Power, che non ha registrato interruzione della erogazione di corrente. Secondo alcune indiscrezioni, invece, il blackout sarebbe stato causato da un cattivo funzionamento di apparecchiature di controllo nel quartiere generale. Resta il fatto che tutto si è bloccato: persino il sito web della compagnia che, durante le ore più calde del blocco, continuava a dire che tutto era normale e i voli in orario. Il blocco ha anche interessato chi doveva partire con un biglietto emesso in co-sharing da altre società alleate di Delta nel gruppo Skyteam, come Air-France-Klm o la stessa Alitalia.
A Fiumicino alcuni passeggeri, ignari dell’accaduto, hanno fatto tutte le file, superato i severi controlli di sicurezza al Terminal 5 (quello riservato alle compagnie americane e alla ElAl israeliana) e sono arrivati al gate, prima di essere informati che il loro volo per gli Stati Uniti era stato sospeso. Non hanno potuto fare altro che sistemarsi nei sedili dell’aerostazione e soprattutto per terra, cercando di dormire e comprando acqua e panini in attesa che la situazione si normalizzasse.