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 2016  agosto 07 Domenica calendario

Dopo la Sicilia Vecchioni se la prende anche con gli scolari di Cesano Maderno: «Una classe di figli di operai e mobilieri che vestivano male, parlavano male, si muovevano da far schifo, non si abbronzavano mai e collezionavano foruncoli»

Il mondo della creatività è pieno di coppie: Gilbert & George, Cochi & Renato, Dolce & Gabbana. Roberto & Vecchioni. Quello che per anni ci è apparso come un solo individuo con sigaro e chitarra è invece un semplice guscio che contiene due personalità. L’artista degli arazzi alfabetico-geografici era ben conscio di ciò che faceva quando si scisse in Alighiero & Boetti. Roberto & Vecchioni invece fingono di ignorarsi come fanno gli inquilini di un qualunque condominio milanese. Roberto ha fatto per molti anni il professore di italiano nei licei. Con molto laissez faire, dice qualche ex allievo. Pare aspettasse sempre l’ultimo momento prima di entrare in classe, staccando a fatica gli occhi dalla Gazzetta dello Sport. Vecchioni, che fa il cantautore, racconta che la Gazzetta la leggeva il padre, uomo «non propriamente di sinistra», mentre lui, giunto all’età della ragione, iniziò a comperare l’Unità su cui, ammette con una certa autoironia, per un certo periodo scrisse di corse di cavalli. Il professore Roberto, ancora prima dei danni dell’algoritmo ministeriale, era stato trasferito in diversi istituti sparsi tra la provincia di Milano e di Brescia. Pare si fosse trovato particolarmente bene a Desenzano sul Garda al punto che pochi anni fa scese in campo per difendere attivamente la locale spiaggia Feltrinelli dall’ennesima cementificazione.
 Il cantautore Vecchioni della spiaggia Feltrinelli francamente se ne infischia, anche perché lui ha sempre pubblicato per Einaudi. Compreso l’ultimo libro scritto in collaborazione con il professore Roberto, La Vita che si ama – Storie di felicità. Accolto all’uscita nell’aprile del 2016 con un interesse inferiore a quello per le Pagine Bianche, il libro balza ora ai disonori delle cronache locali per una frase poco lusinghiera riservata all’esperienza vissuta dal professore a Cesano Maderno, località della Brianza profonda a poca distanza da quel Carate Brianza dove sia Roberto sia Vecchioni sono nati nel 1943.
Una signora che abita sempre in zona, a Triuggio, attratta dal nome dell’autore, prende in prestito il libro dalla biblioteca. A un certo punto ecco il passaggio che le fa sgranare gli occhi: «Io venivo da Cesano Maderno, dalla diossina, da una classe di figli di operai e mobilieri che vestivano male, parlavano male, si muovevano da far schifo, non si abbronzavano mai e collezionavano foruncoli». Sarà un errore di stampa? Sarà un foglio dell’ennesimo zibaldone giovanile del supersnob Arbasino finito per sbaglio nel mémoire del compagno Roberto? No. È proprio farina del sacco del professore-cantautore che fa rotolare per strada la falce e il martello e segue il Grande Fascista Lucio Battisti deciso a «fuggire via da te Brianza velenosa». E brufolosa. Scoppia la polemica, la lettrice rende il libro alla biblioteca senza finirlo, i giornali locali tentano di contattare il cantautore Vecchioni per avere chiarimenti, ma non ricevono risposta. Ci credo. È il professor Roberto che avrebbero dovuto cercare. Lui avrebbe spiegato tutto. Avrebbe detto che quelle parole le ha scritte Vecchioni per far capire quanto odiasse la provincia italiota.
Lui ha la testa piena di viaggi esotici e nei suoi dischi è partito da Samarcanda per arrivare a Malindi, con tappe a Calabuig e a Hollywood, incontrando solo vip come Velasquez e Robinson Crusoe. Tutto ciò che è locale, lombardo gli fa un po’ senso. Di San Siro ha più volte ricordato d’aver visto solo le luci dal di fuori. In una sua canzone degli esordi precisava sdegnato che Io non devo andare in via Ferrante Aporti. A dire il vero cercava di evitare anche il resto d’Italia, in particolare aveva il terrore di risvegliarsi a Messina «città che è degna d’ogni stima, ma che ci faccio io a Messina?». Già, meglio svegliarsi a Palermo per raccontare a un pubblico di studenti che la Sicilia è «un’isola di merda» come fece nel 2015. Come oggi i brianzoli, anche l’anno scorso i siciliani non la presero bene. Suvvia, amici della Trinacria. Voi che avete dato alla nazione una grande coppia come Franco & Ciccio, chiudete un occhio. E voi, sudditi monzesi che ci avete regalato Morgan & Andy dei Bluvertigo, siate pazienti. Immaginate la fatica che deve fare il professor Roberto per mettere una pezza alle mattane del cantautore Vecchioni. Come quella volta che il docente volle a tutti i costi guidare e fu fermato dalla Polizia Stradale di Desenzano che gli rilevò un tasso alcolico superiore a quello ammesso. Al suo fianco il professore continuava a giustificarlo: «Non è alcol! È che ha preso uno sciroppo per la tosse!». Risultato: patente sospesa per 15 giorni. A tutti e due.