Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 07 Domenica calendario

La tratta degli esseri umani vale 150 miliardi di dollari l’anno

Il traffico di essere umani riguarda lo sfruttamento di una persona attraverso la forza, l’inganno, la coercizione a fini di lavoro forzato, la servitù involontaria o il sesso e in tutto il mondo frutta centinaia di miliardi di dollari l’anno. Ad essere coinvolte sono soprattutto le fasce più indifese della società, i poveri e i minori. Persone che finiscono sotto ricatto di strozzini e trafficanti, ad esempio, e che per ripagare il loro debito devono vendere loro stessi o un membro della loro famiglia o lavorare senza retribuzione fino a quando quel debito non verrà ripagato. 
E poi c’è il capitolo del traffico di organi: secondo la fondazione Global Financial Integrity, il dieci per cento dei trapianti che ogni anno si praticano nel mondo sarebbe illegale. E poi persone forzate a prostituirsi, minori utilizzati come giocattoli sessuali o come forza lavoro gratuita. Nel 2012 l’organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) aveva stimato che i profitti associati al traffico di essere umani avevano raggiunto la cifra di circa centocinquanta miliardi di dollari, dei quali almeno cento collegati allo sfruttamento sessuale. 
Un fenomeno presente in ben 124 Paesi. Nel ranking dei traffici globali illeciti occupa il terzo posto, dopo il commercio di stupefacenti (secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine nel 2011 rendeva circa 420 miliardi di dollari) e la contraffazione (250 miliardi). Un business che riguarda, secondo un dossier elaborato dalla Caritas nel 2016, circa trentotto milioni e mezzo di persone in quello che si può definire senza mezzi termini un vero e proprio mercato degli schiavi. Circa il settanta per cento di queste persone sono donne e bambini. 
Solo i minori vittima di schiavitù nel mondo sarebbero un milione e 200mila. Una vittima su cinque è un bambino o un adolescente. La tratta degli esseri umani si intreccia anche con il fenomeno migratorio. Sono ormai all’ordine del giorno denunce e racconti di violenze, stupri, torture, rapimenti e omicidi da parte dei trafficanti di esseri umani in tutta la fascia subsahariana e nei principali centri di partenza sul Mediterraneo, come la Libia. 
TERZA FONTE DI REDDITOIl 30 luglio scorso è stata la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Una giornata utile per riflettere sull’ampiezza del fenomeno anche nel nostro Paese. L’organizzazione non governativa Save The children ci ha provato con il dossier Piccoli schiavi invisibili partendo da un dato: in Italia la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e la droga. Migranti e minori. 
Questi sono i nostri schiavi: dalle giovani prostitute nigeriane e romene ai piccoli egiziani, bengalesi o albanesi che sono costretti a compiere reati come lo spaccio di droga. Un esercito di ragazzini. «Quello della tratta è un fenomeno estremamente complesso soprattutto in Italia, che spesso coinvolge minori stranieri non accompagnati – si legge nel dossier – cioè senza adulti di riferimento, molti dei quali sono in transito nel nostro Paese e si spostano da una città all’altra». 
Tra le oltre settantamila persone sbarcate in Italia tra gennaio e giugno di quest’anno ben 11.608 sono minori, il 90% dei quali (10.524) non accompagnati, un numero più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dal 2013 al 2015, sono stati denunciati in Italia per reati inerenti la tratta e lo sfruttamento 464 persone, alla maggior parte dei quali viene contestato il reato di riduzione in schiavitù.[ Per lo specifico reato di tratta di persone sono stati arrestati più di 190 soggetti di nazionalità prevalentemente rumena, albanese e nigeriana. Secondo i dati riportati dal ministero italiano della Giustizia, il 12% degli autori di reati connessi alla tratta e allo sfruttamento sono di nazionalità italiana.