La Stampa, 7 agosto 2016
Nel Mar Ligure ci sono anche le tartarughe. Una buona notizia
Si parte quando nel porto di Loano è ancora buio con i ricercatori del «Cima», il Centro internazionale in monitoraggio ambientale.
Il Centro ha sede nel Campus universitario di Savona. Qui gli studiosi iniziano a equipaggiare il nuovo catamarano «Headwind», 16 metri, che li porterà nel cuore di Pelagos, il santuario internazionale dei mammiferi marini per un’altra giornata di osservazioni. Un’occasione per vedere da vicino e catalogare delfini, balenottere, capodogli, globicefali e zifi. Ma quest’anno c’è una meraviglia in più: le tartarughe e le mante, o meglio, «mobule».
Oggetti del mestiere
La prua prende il largo mentre il sole sorge, quando i ricercatori tirano fuori i loro oggetti del mestiere: binocoli, tablet con schede elettroniche da compilare, macchine fotografiche, misuratori di distanza, il drone messo a punto per catturare il respiro delle balene e una sorta di balestra, innocua per le specie, che con piccole frecce modificate raccoglie lembi di pelle ai delfini per capire se e quanto il mar Mediterraneo sia pulito.
Uno dei segni evidenti che l’acqua l’ecosistema marino del Santuario dei cetacei è in buone condizioni quest’anno ha la forma di tartarughe e grossi diavoli di mare, ovvero le mante.
Tanti avvistamenti
Già decine gli avvistamenti quest’estate. In poche settimane le tartarughe marine comuni «Caretta caretta» incontrate nelle uscite dagli studiosi e dagli stagisti che arrivano da tutto il mondo per osservare il regno ligure di balene e delfini. A vederle nuotare nel mare, si rimane a bocca aperta, forse perchè si associano ad ambienti più esotici, forse perchè non ci si aspetta che possano essere così belle e imponenti: la lunghezza di un esemplare adulto può superare il metro e 150 chili di peso, ma generalmente le tartarughe incontrate in Mar Ligure sono esemplari giovani di un metro di lunghezza.
Belle e da proteggere. «La tartaruga comune è una specie minacciata – spiegano i ricercatori della “Fondazione Cima” -. Ecco perchè gli avvistamenti assumono grande importanza scientifica».
Il protocollo prevede che i ricercatori segnalino gli avvistamenti di tartarughe in prossimità dei porti o della costa anche alla Capitaneria di porto di Savona, al fine di salvaguardare al meglio gli esemplari, e valutare se intervenire in caso di pericolo.
Nella lista rossa
Il record di avvistamenti, quest’estate, riguarda anche le mante (le mobule) della specie «Mobula mobular», conosciute anche come diavoli di mare, pesci cartilaginei della stessa famiglia degli squali che possono superare i tre metri di larghezza e una tonnellata di peso. Come le tartarughe, sono animali minacciati e, quindi, inseriti nella «lista rossa» delle specie in pericolo della «Iucn» («International Union for Conservation of Nature»). Vederle da vicino incanta, soprattutto quando sollevano dall’acqua le pinne pettorali, quasi volessero spiccare il volo.
E, in effetti, a volte lo fanno: grazie ad alcune potenti pinnate questi diavoli di mare compiono prodigiosi salti fuori dall’acqua, atterrando con spettacolari «panciate». I nuovi incontri di quest’anno nel santuario Santuario dei cetacei Pelagos si sommano alle oltre 2 mila stenelle viste nuotare fra le onde, e ai 50 zifi, oltre a balenottere, capodogli, tursiopi, grampi e anche alcuni delfini comuni.