la Repubblica, 7 agosto 2016
Andatevene in vacanza e non pensate alla Raggi. L’ultimo consiglio prima delle ferie di Michele Serra
Sono abbastanza comici i sondaggi negativi sull’operato della Raggi dopo trenta giorni da sindaca di Roma. Ci siamo fatti un’idea del tempo molto innaturale, piuttosto avida, un poco isterica. Ho sempre pensato che “vogliamo tutto e subito” fosse lo slogan più cretino e più dannoso del Sessantotto. Il mio preferito era “siete tutti coinvolti”. Dei due slogan, purtroppo, il primo ha avuto grande successo: più o meno tutti vogliono tutto e subito, e trovano inconcepibile che non gli venga dato. Il secondo slogan invece ha avuto totale insuccesso, perché quasi nessuno si sente coinvolto, tutti si chiamano fuori, la colpa è sempre degli altri, a votare non ci va più nessuno ma anche i non votanti si sentono in diritto di lamentarsi di una politica dalla quale si sono chiamati fuori. Chissà se almeno qualcuno, degli interpellati sulla Raggi, avrà risposto «è troppo presto, richiamate tra sei mesi, meglio tra un anno». Meglio ancora, come risposta: «non capisco la domanda». Se anche solo uno lo ha fatto, lo sento mio simile e mio amico. C’è un prendere tempo che salva la vita. Un’esitazione, una pausa, un silenzio, una vacanza. Se per caso mi state leggendo in vacanza, ho una preghiera da farvi: fatela davvero, la vacanza, fatevi attorno un poco di vuoto e di silenzio. Per darvi un piccolo aiuto va in ferie anche l’Amaca, fino a martedì 23 agosto. I molto affezionati possono fare così: guardino ogni mattina un quadratino bianco, con zero parole. È l’Amaca in vacanza. Ci penseremo a vicenda, ma senza esagerare.