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 2016  agosto 06 Sabato calendario

Le accuse di molestie sessuali dentro Podemos

Il maschilismo non è «inusuale» in politica, neppure in quelle forze del cambiamento che aspirano a creare una «società inclusiva, giusta e democratica», come Podemos in Spagna. Ci voleva uno scandalo, nel bel mezzo dell’estenuante ricerca di un nuovo governo, per ribadire questa triste realtà.
Lunedì scorso un Circolo giovanile del partito di Pablo Iglesias, a Madrid, ha espulso quattro suoi iscritti dopo che cinque ragazze avevano denunciato nel corso di un’assemblea le «ripetute molestie e aggressioni sessuali» ai loro danni. Le simpatizzanti hanno letto un comunicato che non lasciava spazio al dubbio: «Non si è trattato soltanto di commenti maschilisti e aggressioni verbali, ma anche di reiterate invasioni dello spazio intimo, abusi di potere, aggressioni sessuali, maltrattamenti psicologici ed estorsioni multiple».
Alla riunione, nel quartiere di San Blas-Canillejas, il voto non è però stato unanime e così tutte le «indignate» – e questa volta lo erano davvero – hanno deciso di abbandonare il circolo, «che per noi non è più sicuro». Il dibattito è poi andato avanti fino alle prime luci dell’alba in una chat sul social network Telegram. Una delle giovani, in un messaggio, se la prende senza mezzi termini contro un «compagno»: «Un maschilista di merda. E voi state coprendo le sue aggressioni». Alcuni la accusano di «fare teatro» e lei ribatte: «Attori siete voi, compagni di lotta, di oppressione che siete peggiori dei maschilisti della Falange. Siete unos putos agresores sexuales. Il femminismo è in lutto con voi». E quindi l’avvertimento: «Se toccate una di noi, ci toccate tutte e siamo tante».
In questi giorni di trattative nell’ombra, dopo il voto del 26 giugno, nessuno sembrava essersi accorto di cosa stesse accadendo dietro le quinte del terzo partito spagnolo. Le cronache politiche sono piene di pronostici, non molto ottimisti, sull’incarico affidato dal re al conservatore Mariano Rajoy, che anche stavolta non pare riuscire a trovare i numeri per formare un nuovo governo, nonostante due elezioni in sette mesi. È stato il quotidiano Ok Diario a rompere il silenzio, costringendo così la direzione di Podemos a uscire allo scoperto. Ieri il «numero due» Iñigo Erregon ha promesso che agirà «con la massima severità»: «Purtroppo Podemos non è un rifugio dove non entrano le dinamiche che affliggono tutta la società spagnola. Però questo non può essere una scusa», ha ammesso a denti stretti.
Le presunte vittime, nel frattempo, avrebbero accettato di rientrare nel circolo dopo l’allontanamento dei molestatori. Ma le bocche restano cucite sul tipo di aggressione subita e finora non sarebbe stata presentata alcuna denuncia agli organi di polizia.
I panni sporchi si lavano in casa, a quanto pare. Clara Serra, deputata all’assemblea di Madrid e responsabile per la Parità di genere nel partito, ha assicurato che il machismo «non fa parte della cultura di Podemos», ma ha anche ricordato che i suoi compagni non sono «alieni» a comportamenti maschilisti. Anche i compagni sbagliano.