Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 07 Domenica calendario

Per le figlie di Obama questa è l’ultima estate sotto ai riflettori. Ma mentre la piccola, Sasha, viene riconosciuta mentre pulisce i tavoli in un ristorante di pesce fritto, Malia viene paparazzata mentre sculetta al Lollapalooza festival

Sono entrate alla Casa Bianca bambine, ne escono donne: la 15enne Sasha e Malia, ormai maggiorenne, pronta a entrare ad Harvard ora che ha finito il liceo. Le figlie dell’uomo più potente della Terra provano a vivere una vita normale: studiare, fare sport, andare a ballare con gli amici, dedicarsi a un lavoretto estivo. È giusto, normale. Ma quanto può essere normale la vita della «First family»? Il paradosso è che, all’interno delle mura della Casa Bianca, papà e mamma sono riusciti a creare un’atmosfera molto familiare, come ha appena raccontato lo stesso Obama su Glamour : «Prima, da parlamentare dell’Illinois e poi da senatore federale ero sempre in viaggio tra Chicago, Springfield e Washington. Da presidente, invece, ho casa sopra la bottega: il commuting è di 45 secondi, il tempo di passare dallo Studio Ovale alla camera da pranzo».
Insomma, un padre sempre presente anche se molto impegnato. Pronto ad andare ad applaudire nel weekend le figlie sui campi di calcio e di basket, anche se col comprensibile trambusto della «security». Ora che sono cresciute, le ragazze provano a prendersi la loro vita e i genitori già parlano con rammarico del distacco: «Stanno per lasciare il nido», sospirano Michelle e Barack.
Ed è sofferenza reale, anche se i molti critici di un Paese diviso a metà su tutto parlano di estremo tentativo di umanizzare la famiglia presidenziale a fini politici. E i più malevoli sostengono addirittura che i sospiri sono reali, ma solo perché Sasha e Malia sono l’unico vero collante di una coppia in crisi da tempo, con Michelle stufa di vivere ingabbiata nel ruolo di First lady.
Spiccare il volo, però, non sarà facile per le due ragazze, così come non lo è stato, a suo tempo, per Chelsea Clinton. Malia l’ha già sperimentato sulla sua pelle: il tatto con la quale veniva trattata dalla stampa è finito il 4 luglio scorso quando ha compiuto 18 anni. Seguita passo passo in un viaggio ad Amsterdam, si è ritrovata tutti i riflettori addosso quando, dieci giorni fa, è andata al festival musicale Lollapalooza di Chicago. Ha ballato e si è agitata come tutte le sue amiche, ha cercato di divertirsi come ogni studente che celebra il suo rito di passaggio dall’era liceale a quella universitaria. Ma lei è stata ripresa e commentata in ogni momento, le immagini sul web hanno attirato decine di milioni di contatti e alla fine la stampa conservatrice ha sentenziato: «Comportamento inopportuno per una maggiorenne: anziché andare alla convention democratica di Filadelfia dove hanno parlato il padre e la madre, ha preferito il festival rock dove ha messo in imbarazzo il presidente sculettando».
Insomma, per Malia sarà dura: l’era dei rilievi insistenti ma garbati sulle scelte nell’abbigliamento o sulla passione per il gelato è finita. Continuerà, invece, ancora un po’ per Sasha. Che, però, si deve essere resa conto fin dal primo giorno di lavoro che il suo desiderio di indipendenza è assai difficile da soddisfare. Ha cominciato a lavorare come cameriera da «Nancy’s», un ristorante specializzato in pesce fritto di Oak Bluff, nell’isola di Martha’s Vineyard, tradizionale luogo di vacanze degli Obama. Il ristorante è di proprietà di un amico di famiglia che ha organizzato le cose con cura: Sasha ha iniziato il 3 agosto nel turno del mattino, il meno affollato, dalle 7.30 alle 11.30. È stata alla cassa, ha pulito i tavoli, ne ha preparati altri per il pranzo. Niente lavoro ai fornelli, con le affettatrici, nelle celle frigorifere, proibito dalla legge per i minorenni.
Ha cercato di mimetizzarsi, mettendo sul cartellino l’intero nome di battesimo, Natasha. Ma l’hanno beccata subito. «C’era qualcosa di strano» ha detto un dipendente del ristorante (che non deve considerare strano l’afflusso di clienti che fanno colazione col pesce fritto). «Non capivamo perché c’erano sei persone intorno a lei». Poi hanno capito ed è subito arrivata la stampa. Le vacanze nell’isola finiranno, la presenza asfissiante dei servizi segreti no.