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 2016  agosto 06 Sabato calendario

A Orio al Serio un aereo è finito sulla tangenziale

ORIO AL SERIO (BERGAMO) Il muso appoggiato sul guardrail, le ali nello spazio tra le due corsie, le ruote tra gli alberi, il motore nella roggia. E le quattro frecce dei primi automobilisti a illuminare la scena: si sono appena visti tagliare la strada da un boeing e sono paralizzati dalla paura. Un aereo della Asl Airlines, targato Dhl, è finito fuori pista l’altra notte all’aeroporto di Orio al Serio. Era decollato da Parigi, è arrivato a Bergamo alle 4.07, in pieno temporale. Le gomme hanno sfiorato terra sul finale del tracciato, troppo tardi per evitare di abbattere la recinzione della zona aeroportuale, poi la balaustra della pista ciclabile, planare su una decina di auto parcheggiate in un deposito e procedere dritto verso l’ex statale Cremasca. Non c’erano auto lungo la sua traiettoria. In ospedale con diversi traumi ma non in pericolo di vita sono stati trasferiti soltanto pilota e primo ufficiale, di 50 e 29 anni. Restano ricoverati nel reparto di Neurochirurgia.
Come sia potuto accadere al momento è un mistero. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’inchiesta e inviato i suoi ispettori con il compito di esaminare le due scatole nere, la documentazione del pilota e i bollettini meteo, oltre che di interrogare i due membri dell’equipaggio. Sul luogo dell’incidente è andato anche il procuratore Walter Mapelli, che proprio giovedì si è insediato in Procura a Bergamo. Ha accompagnato il pm Letizia Ruggeri, lo stesso del delitto di Yara Gambirasio. Era di turno fino alle 8, il caso è suo. Per ora è stato aperto un fascicolo modello 45, senza ipotesi di reato e senza indagati.
La carcassa dell’aereo, praticamente intatto, è stata rimossa a tempo record. Nel pomeriggio era già stata «parcheggiata» a lato della strada con due enormi gru che l’hanno sollevata di peso e fatta roteare ai bordi. Un’ala è stata poi tagliata per liberare l’ultima parte di carreggiata. L’efficienza non ha però evitato i disagi. Fino a mezzogiorno è stato il finimondo. Quindici voli, previsti prima delle 8.15, sono stati cancellati, lasciando a terra 2.500 passeggeri. Alle 6.47 lo scalo aveva già riaperto, ma quello falciato dall’aereo è il collegamento principale. Il traffico è stato dirottato su strade secondarie, anche sterrate. Sotto la pioggia battente molti viaggiatori, trolley alla mano, si sono lanciati a piedi.
Inevitabili le polemiche. I sindaci dell’hinterland e i comitati dei cittadini chiedono più sicurezza, mentre Miro Radici, presidente di Sacbo (la società che gestisce l’aeroporto), parla di «un sistema collaudato».