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 2016  agosto 07 Domenica calendario

In Belgio un terrorista ha attaccato due poliziotte col machete • A Ventimiglia un poliziotto è morto per infarto durante gli scontri con i No borders • L’escort accoltellata da un cliente • La marocchina di 17 anni che s’è data fuoco dopo essere stata stuprata • La pm che ha lasciato l’inchiesta sullo scontro tra due treni per un baciapiedi • Il 42 per cento delle donne preferisce una cena al ristorante a un rapporto sessuale


Machete 1 Nel pomeriggio di ieri, intorno alle 16, un uomo ha attaccato a colpi di machete due poliziotte a Charleroi, città di poco più di 200 mila abitanti a sud di Bruxelles. Secondo quanto indicato dalla polizia, l’uomo — giunto da solo alla guardiola — ha estratto l’arma da uno zaino, e ha colpito urlando «Allahu Akbar». L’attentatore è stato colpito con almeno nove colpi di pistola al torace e a una gamba da una collega delle due agenti ferite. Portato all’ospedale Marie Curie, è morto in sala operatoria. Le due poliziotte — una delle quali ferita in modo più profondo — sono state sottoposte a un intervento chirurgico, ma non sono in pericolo di vita. Il premier belga Charles Michel ha detto al canale televisivo Rtl che «non sappiamo ancora se si tratti dell’azione di un lupo solitario», ma «le prime informazioni indicano chiaramente la pista terroristica». Charleroi era la base logistica di alcuni degli attentatori jihadisti di Parigi — nel novembre scorso — e Bruxelles (Da. C., Cds).

Machete 2 Le due poliziotte assalite col machete si chiamano Corinne e Hakima. Un’infermiera dell’ospedale «Notre Dame» dove sono state immediatamente portate per un intervento chirurgico dice che una delle due, colpita al volto, avrà «conseguenze estetiche pesanti» (Casati, Cds).

Ventimiglia Ieri sera a Ventimiglia i No Borders che aiutano i migranti a cercare di passare il confine con la Francia aiutati dai No borders, ieri sera hanno occupato un’ex caserma dei vigili del fuoco e sono stati sgomberati dalla polizia. Subito dopo un agente ha avuto un malore: soccorso dai colleghi è morto poco dopo in ospedale. Si tratta di Diego Turra, un assistente capo di 53 anni in forza al reparto mobile di Genova. A stroncarlo sarebbe stato un infarto: l’agente si sarebbe accasciato poco dopo essere sceso da una camionetta mentre era in corso l’operazione per disperdere i manifestanti. Nel tafferuglio sono stati fermati undici antagonisti, poi identificati e allontanati con foglio di via. Altri 25 erano stati allontanati venerdì. Negli ultimi giorni a Ventimiglia è stato un crescendo: No borders sono arrivati sempre più numerosi e hanno organizzato un campeggio. Venerdì scorso circa duecento migranti hanno sfondato il cordone di polizia e hanno raggiunto la Francia a nuoto ma sono stati fermati e riaccompagnati in Italia, quindi nel centro della Croce Rossa a valle Roja. Il centro viene contestato dai gruppi antagonisti mentre la polizia, il governatore e il sindaco di Ventimiglia accusano i No borders di sobillare i migranti spingendoli a tentare di passare il confine (Dellacasa, Cds).

Delitto Barbara Fontana, 47 anni. Bolognese, impiegata part time in uno studio notarile, nel tempo libero faceva l’escort. Su un sito l’aveva rintracciata il ferrarese Claudio Villani, 56 anni, che nel 1976, nemmeno diciassettenne, aveva ammazzato una ragazza di 27 anni, madre di una bambina di quattro, perché aveva rifiutato le sue avance (dichiarato incapace di intendere e di volere per quell’omicidio passò tre anni in riformatorio). Costui, ai domiciliari perché un anno fa aveva narcotizzato e rapinato una prostituta, giovedì scorso le diede appuntamento in un albergo di campagna a due stelle dove le infilò un coltello trentatre volte in tutto il corpo. Quando lo arrestarono, ai carabinieri disse: «Ho grossi problemi nei rapporti con le donne». Notte di giovedì 4 agosto in una camera dell’albergo a due stelle «Melograno» a San Pietro in Casale, nelle campagne tra Bologna e Ferrara, a pochi passi dal casello autostradale.

Stupro Khadija Al-Suweydi, 17 anni, viveva in una città nel cuore del Marocco, a 70 chilometri da Marrakech. Lo scorso inverno era stata rapita da otto giovani che l’avevano stuprata, uno dopo l’altro, a turno. Nel frattempo si divertivano a scattare foto con i telefonini. Lei aveva avuto il coraggio di dirlo alla famiglia, che aveva sporto denuncia: i responsabili — sette dei quali descritti come noti trafficanti di droga, l’ottavo catturato tre mesi dopo, per aver molestato un ragazzino — erano stati interrogati. Poi il procuratore li aveva rilasciati «provvisoriamente». Appena liberati, avevano minacciato Khadija: o ritirava la denuncia o avrebbero pubblicato le foto della violenza, in un Paese in cui perdere la verginità prima del matrimonio è ancora considerata una macchia indelebile per l’onore della donna e della sua famiglia. Così venerdì scorso, Khadija ha versato sui propri vestiti un liquido infiammabile e poi si è data fuoco. Inutili i soccorsi: il giorno dopo è morta in ospedale. L’autopsia ha rivelato che era incinta. Alcuni degli stupratori di Khadija sono stati di nuovo arrestati (Mazza, Cds).

Baciapiedi La pm Simona Merra lascia l’inchiesta sullo scontro tra i due treni sul binario unico tra Andria e Corato che il 12 luglio scorso fece 23 morti e 50 feriti. Il passo indietro di Merra è arrivato dopo che “Il Giornale” ha pubblicato le fotografie di una festa del luglio 2013 in cui l’avvocato Leonardo De Cesare (anche testimonial del brand Mascalzone Latino), difensore del capostazione di Andria Vito Piccarreta indagato nell’inchiesta, è ritratto in un «baciapiede» alla pm effettuato per gioco durante una serata tra amici. Le foto avevano sconvolto i parenti dei morti e anche i sopravvissuti. Daniela Castellano, figlia di una delle vittime: «Quelle foto ci hanno fatto saltare dalla sedia. Non possiamo vivere con l’incubo che l’indagine sia condizionata anche dall’amicizia tra il pm e l’avvocato del capostazione». Subito dopo la diffusione di quelle fotografie, Simona Merra aveva rivendicato la correttezza del suo operato nell’ambito delle indagini: «Sono Serena e nell’inchiesta ho agito senza nessun condizionamento. Non ritengo di dover formulare nessuna richiesta di astensione dal procedimento. Per me non ci sono gravi motivi di opportunità ma se il procuratore riterrà di sollevarmi dall’ incarico, mi adeguerò». Poi la decisione di lasciare, comunicata ieri mattina dalla Procura tranese attraverso una nota (Festa, Sta).

Sesso Secondo lo studio «Eaters digest» — 12 mila intervistati, donne e uomini, di 37 Paesi tra cui l’Italia — condotto quest’anno da Havas e Market Probe per il 42 per cento delle donne «una cena in un eccellente ristorante» è meglio di un rapporto sessuale. Per il 31 per cento le due opzioni si equivalgono. Quindi solo il 27 per cento sceglierebbe di sicuro l’amplesso. Anche il 46 per cento degli uomini dichiara che mangiare è piacevole quanto fare sesso. E uno su 4 sceglierebbe la cena al posto della notte di passione (Dal Monte e Frenda, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)