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 2016  agosto 03 Mercoledì calendario

I conti della Ferrari vanno alla grande

Ferrari chiude un trimestre record e “vede” l’obiettivo di quota 8mila auto per fine 2016 a portata di mano. Fiat Chrysler paga invece il rallentamento del mercato Usa con uno scivolone in Borsa.
Il secondo trimestre si è chiuso per la casa di Maranello con un fatturato di 811 milioni di euro (+6% sullo stesso periodo del 2015), un Ebit di 146 milioni (+20%) e un utile netto di 97 (da 76); al netto del costo di 10 milioni per i richiami associati agli airbag della giapponese Takata l’Ebit è stato di 156 milioni (+26%, con un margine sulle vendite del 19,3%) e il netto di 104. Il primo semestre chiude con ricavi a quasi 1,5 miliardi, Ebit adjusted a 277 milioni e utile netto adjusted a 182. Il titolo Ferrari in Borsa ha viaggiato ieri in controtendenza rispetto al calo dei mercati, guadagnando a Milano il 2,5% a 41,52 euro.
I tre mesi a fine giugno hanno visto per la marca del Cavallino oltre 2.200 consegne, che hanno portato il totale semestrale a quasi 4.100. L’obiettivo per fine anno è di «circa 8mila unità, incluse le supercar»; gli altri target vedono i ricavi oltre quota 3 miliardi, un Ebitda adjusted di almeno 800 milioni e un debito industriale netto «non superiore a 730 milioni» rispetto ai 763 di fine giugno. Sono «le condizioni minime che pensiamo di raggiungere» ha detto Sergio Marchionne agli analisti. L’obiettivo di medio termine, è noto, è di arrivare a vendere 10mila auto l’anno aumentando al tempo stesso i prezzi e facendo leva su quel ceto di super-ricchi che rendono le vendite Ferrari indipendenti dalla congiuntura. Nessun effetto negativo, per ora, dalla Brexit.
La spina nel fianco del top manager, presidente di Ferrari dal settembre 2014 e ora anche amministratore delegato, resta la gestione del team di Formula Uno, che ha visto domenica un’altra giornata deludente con il quinto posto di Sebastian Vettel al Gran premio di Germania. Il manager ha avviato una riorganizzazione della gestione corse, con la direzione tecnica affidata a Mattia Binotto e uno snellimento della struttura; l’obiettivo è di concludere comunque la stagione in modo decoroso per poi ricominciare a vincere il più presto possibile: altri due anni di siccità rischierebbero di nuocere all’immagine del marchio.
Formula Uno a parte, il 2016 si riconferma «un anno fenomenale, da record». L’aumento dei volumi è venuto dai lanci dei modelli 488 GTB, 488 Spider e F12 tdf; la fine delle consegne della serie speciale LaFerrari ha portato a un effetto mix negativo che ha in parte compensato l’aumento dei volumi, ma è in arrivo la nuova serie di supercar La Ferrari aperta, già esaurita e che verrà presentata al Salone di Parigi. Ai risultati positivi ha contribuito la crescita delle sponsorizzazioni e degli altri ricavi relativi al marchio, oltre che l’incremento dei ricavi da fornitura di motori ad altre scuderie di Formula Uno.
Nonostante il rialzo di ieri le quotazioni del titolo Ferrari restano ancora oltre il 10% al di sotto del prezzo di collocamento a Wall Street dell’ottobre scorso (52 dollari per azione, circa 47 euro), ma dopo i minimi di febbraio sotto quota 30 euro l’andamento si è stabilizzato nei mesi scorsi. Per consolidare il rapporto con i soci americani (che hanno attualmente in portafoglio circa il 55% del flottante), Sergio Marchionne potrebbe dedicare qualche giorno, in autunno, a una sorta di road show a Wall Street e a Londra – più o meno nell’anniversario del debutto.
Ieri intanto Fiat Chrysler ha comunicato i dati sulle vendite Usa nel mese di luglio, stabili (+0,3%) con il forte aumento delle vendite a flotte (+22%) che ha compensato il calo di quelle ai clienti privati. Anche i dati delle concorrenti confermano il rallentamento del mercato americano: -2% per General Motors e -3% per la Ford. Per quanto riguarda Fca crescono ancora i marchi Jeep e Ram (+5% per entrambi, con un +57% per la Renegade) mentre perdono Chrysler (-4%), Dodge (-10%) e Fiat (-14%). Il titolo Fca ha ceduto ieri il 4,3% a Piazza Affari e perdeva oltre il 4% a Wall Street a due ore dalla chiusura, in linea con le azioni delle due rivali di Detroit.