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 2016  agosto 03 Mercoledì calendario

Una diacona in Vaticano. Per Francesco è possibile

Torneranno le donne diacone nella Chiesa Cattolica come c’erano in antico? Da ieri la questione è allo studio: Francesco, come aveva preannunciato il 12 maggio in dialogo con un’assemblea di suore, ha nominato una «Commissione di studio sul diaconato delle donne». Dovrà indagare su questo «ministero» (servizio) «soprattutto riguardo ai primi tempi della Chiesa» e porre dunque le basi conoscitive perché – poniamo – il Papa domani possa decidere se ristabilirlo o no. Perché nei primi secoli le diaconesse c’erano, ma quali erano esattamente i loro compiti? E perché a un certo punto sono scomparse? Sono questioni aperte, sulle quali già hanno lavorato due gruppi di lavoro della «Commissione teologica internazionale», tra il 1992 e il 2002, arrivando a una conclusione attendista. Il documento che ne venne, «Il diaconato: evoluzione e prospettive» (2003) batteva più sulle difficoltà che sulle opportunità del ristabilimento e concludeva rimettendo la questione al Papa: «Spetterà al ministero di discernimento che il Signore ha stabilito nella sua Chiesa pronunciarsi con autorità sulla questione». La nuova commissione è nominata dal Papa ed è dunque più autorevole di quelle precedenti e soprattutto è composta paritariamente da uomini e donne, mentre quelle erano di soli uomini: sei e sei, stavolta, sotto la presidenza dell’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Tra le donne vi sono due italiane: Francesca Cocchini e Michelina Tenace, che insegnano alla Sapienza e alla Gregoriana. La parità di genere voluta dal Papa è un segnale vistoso: più volte Francesco ha detto che le donne vanno ascoltate «dove si decide». E stavolta non potranno non esserlo, perché quando le donne sono alla pari sanno farsi sentire.